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Maroni: “12 miliardi per ricostruire”

today15/04/2009

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L’AQUILA
Sembra proprio non voler finire la sequenza di scosse sismiche che attanaglia l’Abruzzo. L’ultima questa mattina alle 11.08 di magnitudo 3.2 con epicentro Rocca di Cambio, Villa S. Angelo e San Panfilo D’Ocre. Ieri sera alle 23,14 un’altra forte di 4.9 ha interessato i comuni di Capitignano, Campotosto, Pizzoli e Barete ma è stata avvertita distintamente anche in Umbria, Marche e Lazio, fino a Roma.

Per quanto riguarda la ricostruzione una prima stima dei costi arriva da Maroni: «In Umbria ci vogliono 12 miliardi – ha detto il ministro ospite a Ballarò -, questa è la cifra da trovare per ricostruire l’Abruzzo». «Non dobbiamo ripetere la pessima esperienza dell’Irpinia», ha detto Maroni. «Dobbiamo procedere a una rilevazione accurata e dettagliata dei danni con strumenti che all’epoca dell’Irpinia non c’erano». «Solo dopo questa valutazione – ha proseguito il Ministro – sapremo quante sono le risorse. Il primo giorno dopo il terremoto Bertolaso disse ’è peggio dell’Umbrià. Allora ci vollero 12 miliardi di euro quindi stavolta la cifra sarà superiore ai 10 miliardi di euro che dobbiamo capire bene come fare per spenderle».

Intanto fa discutere la proposta del ministro Tremonti di devolvere una parte del 5 x mille ai terremotati. Proposta che «rischia di scatenare una guerra tra poveri», dice Marco Granelli, presidente del Csvnet (Coordinamento dei centri di servizio per il volontariato, strutture create
dalla legge sul volontariato a servizio delle associazioni). E anche Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore stronca la proposta che rischia «di cancellare il principio di sussidiarietà in base al quale è il cittadino che sceglie a che organizzazione della società civile dare il proprio sostegno attraverso il 5 x mille dell’Irpef. In questo modo invece i cittadini finanzierebbero direttamente lo Stato».

Una netta bocciatura arriva anche dalle opposizioni. «È una proposta indecente e anche un pò schizofrenica, speriamo venga abbandonata come altre idee balzane proposte dal questo governo» attacca Roberto Della Seta, senatore del Pd. Sulla stessa linea anche l’Udc, secondo cui «destinare il 5 per mille o l’8 per mille alle popolazione colpite dal terremoto in Abruzzo è un errore – spiegano in una nota Cesa e Casini – e si finirebbe per penalizzare quel volontariato che si è immediatamente attivato per fronteggiare l’emergenza ed è stato fin dall’inizio presente sul territorio».

Sul fronte raccolta fondi è salito a cinque milioni il sostegno da parte della Cei. Ai tre milioni iniziali si sono infatti aggiunti i due di oggi, come ha annunciato il cardinal Angelo Bagnasco, in visita all’Aquila. Il presidente della Cei si è recato dapprima nell’ospedale da campo realizzato accanto all’ospedale San Salvatore del capoluogo abruzzese dichiarato inagibile. Bagnasco ha visitato il pronto soccorso, ha avuto parole di grande apprezzamento per il personale medico e infermieristico, e altrettante parole di riconoscenza della Chiesa per i vigili del fuoco. Intanto ammonta già a 8 mln di euro la raccolta di donazioni a favore delle popolazioni terremotate attraverso l’invio di sms a un numero dedicato – 48580 – lanciato dalla Protezione Civile.

Anche le banche scendono in campo a favore di quanti sono stati colpiti dal terremoto. L’Abi ha sospeso fino al 31 dicembre 2009 i pagamenti rateali dei mutui e degli altri finanziamenti bancari, compreso il credito al consumo. Nel corso di una conferenza stampa il direttore generale dell’Abi-Abruzzo, Antonio Di Mattei, ha spiegato che tra le altre iniziative ci sarà anche la rinegoziazione delle operazioni di mutuo attraverso l’allungamento della scadenza e la conseguente rimodulazione della rata. Le banche inoltre non applicheranno commissioni sui bonifici fatti da qualunque zona del paese a titolo di donazione per l’emergenza sisma; non applicheranno inoltre commissioni per operazioni di pagamento o per prelievi effettuati per cassa o per bancomat; sostituiranno le carte di credito perse per il sisma senza applicare le eventuali commissioni.

Il presidente dell’Abruzzo, Gianni Chiodi, parlando a Mattino 5 ha detto che «entro ottobre, novembre dovremo avere delle costruzioni per coloro che non potranno rientrare nelle case». «L’obiettivo – ha spiegato – è quello di spostare prima dell’inverno le persone dalle tende e dagli alberghi». Un appello affinchè dopo l’attenzione dovuta all’emergenza in Abruzzo non venga dimenticato il dramma e le necessità della popolazione, arriva da Dario Franceschini, segretario del Pd, in visita a Mantova. «Affronteremo la fase della ricostruzione con lo stesso senso di responsabilità con cui abbiamo affrontato l’emergenza – ha detto – davanti al dolore e alla sofferenza non possono esserci polemiche politiche, adesso sappiamo che un’opposizione in un paese democratico deve controllare soprattutto quando i riflettori si spegneranno perchè le promesse non vengano tradite e gli impegni vengano rispettati».

I procuratore capo de L’Aquila, Alfredo Rossini, a proposito del rischio che il crimine possa mettere le mani su una fetta della ricostruzione post terremoto in Abruzzo ha abbassato i toni sostenendo che «è abbastanza normale pensare che non siano distratti di fronte al fiume di soldi che dovrà arrivare. Quindi staremo molto attenti». Rossini ha detto che l’argomento è stato affrontato in una telefonata avuta col procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, «mi ha telefonato dall’estero in merito a questo». L’attenzione dei magistrati sarà non solo sulla certificazione antimafia delle imprese, «staremo molto attenti a controllare chi verrà a ricostruire, esaminandone tutti i requisiti. Proprio perchè abbiamo dietro la procura antimafia, possiamo arrivare fino alle origini di quelle persone che verranno qui».CORRIERE.IT

Written by: admin

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