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Manca la squadra (Di Mario Sconcerti)

today10/06/2008 13

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Non era giusto pensare che essere campioni del mondo ci avrebbe dato una specie di immunità come non sarebbe giusto pensare adesso che tutto è finito, ma qualcosa di importante è accaduto. In una sola partita abbiamo preso più gol di quanti ne avevamo presi in tutto il Mondiale (3 contro 2). Si può discutere questa partita in tanti modi, si può perfino illuderci di essere stati sfortunati, ma una cosa è chiara: non siamo mai stati una squadra. Siamo stati occasionali, sbagliati e anche un po’ fanfaroni.

L’Olanda non ha avuto molto di più. Ha tirato due volte in porta da posizione regolare e ha fatto tre gol. Ma è stata umile ed è stata squadra. L’Italia sembrava a un debutto, non alla prosecuzione di una specie. È sbagliato che non abbia giocato De Rossi. Non si può lasciar fuori il miglior centrocampista italiano solo per tenere la mediana di una grande squadra in crisi proprio per l’usura di quella mediana. Ma sarebbe una spiegazione spicciola.

In realtà è accaduto proprio la piccola cosa che si temeva. Con Cannavaro fuori non c’è stato più un reparto, è mancato qualsiasi riferimento. Barzagli, Materazzi, lo stesso Buffon, hanno fatto a gara a darsi carichi di lavoro che l’altro non sapeva sopportare. Spaventati in area di rigore, abbiamo lasciato Pirlo a una regia bassa spezzando in due la squadra. Qui sono mancati Camoranesi e Di Natale, e qui è arrivata la solitudine di Toni, condannato sempre in questi casi a essere grande, grosso e stonato.

L’Olanda ha avuto la fortuna di segnare alla prima mezza azione giocata e di raddoppiare alla seconda. Ma è stata più compiuta. Ha giocato un calcio quasi elementare, con 4 difensori che non dovevano alzarsi e 2 mediani (De Jong e Engelaar) che sembravano uscire direttamente dagli anni 50. Ma ha avuto voglia di correre, di scambiarsi i ruoli, di tentare un dribbling. La novità olandese è stata proprio questa rinuncia studiata all’assalto, questa improvvisa sopravvenienza di italianità. Donadoni ha le sue colpe ma sono le stesse cose che ieri erano ancora i suoi meriti. Del Piero e Cassano sono sembrati più in partita di Di Natale. Il blocco Milan a centrocampo è pura blasfemia in questa stagione.

Ma molto più avvolti nella sconfitta sono i giocatori. Sono stati loro a rimanere fuori dal clima della partita, fermi in una nuvola come fossero ancora sul tetto del pullman dei festeggiamenti. Non abbiamo avuto né forza né magia, una squadra pesante e bolsa che ha meritato la sua sfortuna. Ora verrà finalmente la parte più facile, quella della redenzione. Avevamo bisogno di un nemico. L’abbiamo trovato. Il nemico siamo noi. Ora che lo sappiamo possiamo ricominciare con qualche logica in più.

10 giugno 2008

CORRIERE.IT

Written by: admin

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