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Jolie mamma disperata e Cannes si commuove

today21/05/2008

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CANNES—«Ciò che mi interessa più di ogni altra cosa nel lavoro e nella vita è la ricerca della verità. Questo percorso mi spinge ancora a dirigere film», dichiara Clint Eastwood dopo la proiezione di Changeling (titolo cambiato in The exchange secondo una nota della Universal) di cui è regista, co-produttore e autore della colonna sonora. Sullo schermo una storia vera della California fine anni Venti, accolta da un lungo applauso. Quali verità cerca, dunque, l’impiegata dei telefoni Christine Collins (Angelina Jolie)? Lei è una madre single, che abita, nella grande crisi del 1929, in un sobborgo di Los Angeles con il figlio di dieci anni. Appassiona le cronache nere dell’ epoca, non solo per il tragico destino del bambino sparito, ma anche per la sua odissea: la donna si vede consegnare dalla polizia un bambino che lei non riconosce come il suo. Risponde Clint: «Allora, non c’erano ancora le autostrade, si andava ancora a Down Town con i tram rossi elettrici; la corruzione dilagava perché si cercavano promesse mercantili nel centro degli affari della nascente metropoli; l’indipendenza delle donne era una minaccia in una città sempre più spaventata, dove la polizia cercava di affermare la sua efficienza. Christine cerca la verità di una madre che non accetta falsità sulla sparizione del figlio. Il film è anche una vicenda d’amore, come lo era Million Dollar Baby». Ha riscritto il copione dalle cronache J. Michael Straczynski, il creatore della serie tv «Babylon 5», e Clint spiega: «Abbiamo ricercato documenti negli scantinati della City Hall e negli archivi del Los Angeles Times su poliziotti, predicatori, serial killer, ospedali e dottori disposti a praticare anche elettroshock per far tacere chi dava fastidio alla polizia. E’ vero, prediligo i personaggi femminili forti e nel film èmesso a fuoco il rifiuto della società di allora per una donna come Christine, che poi troverà aiuto nelle denunce di un predicatore (John Malkovich). E’ uno dei primi evangelisti capaci di aggregare una comunità, mi interessava dargli un ruolo dalle tante valenze ». Interviene Angelina: «Molto spesso sul set ho pensato amia madre che ho perso da poco (Marcheline Bertrand, morta nel gennaio 2007, ndr). Era una donna tenera, dolce, ma per la difesa di noi figli diventava d’acciaio».

Lo sceneggiatore dice: «Sono stato un reporter, mi ha sempre affascinato l’oscuro dramma dello scandalo “Winewille Chicken Murders” perché a Riverside, una contea a due ore da Los Angeles, in un ranch dove si allevavano polli, fu scoperto un serial killer che nascondeva bambini e li ammazzava». Clint: «I crimini sui bambini mi fanno orrore, la violenza sui minori, in aumento oggi, è un tema che mi coinvolge profondamente ». Il regista non aggiunge altro, sa che il discorso sarebbe lungo, come quello di una sequenza agghiacciante sulla pena di morte, legittimata e invocata dalla popolazione. Osserva: «Se porti un film a Cannes è giusto essere in gara». E ci sono verità dure della Hollywood del profitto dietro la sua frase asciutta: il suo film non trovava uno studios, Clint ha dovuto affiancare alla sua Malpaso Production la società di Brian Glazer e Ron Howard, passando dalla Warner alla Universal, ma la pellicola è stata prevenduta in alcuni Paesi per essere ultimata. Girando a Los Angeles, perlopiù di fronte a quella City Hall storica dove si consumano da sempre processi e scontri dei cittadini come nel film, Clint aveva detto: «Amo Chinatown, L.A. Confidential, ma non definirei il mio film né un thriller né un melodramma. Quando fu scoperta la fattoria del serial killer a Riverside, la polizia arrivò su strade di polvere. Eppure, molte cose e situazioni sono ancora come a quei tempi». Sa bene che il suo cinema trasversale, capace di coniugare privato e sociale, violenza e onestà, vita e morte, non è da corsa al box office, come i film d’azione del suo Ispettore Callaghan. Essere a Cannes è importante anche per le strade diverse che ha scelto nella sua grande carriera. Osserva: «I film d’azione di Callaghan avevano un senso, allora. Non riprenderò più il personaggio ». Chiede aiuto per le risposte che non dà alla sua Christina-Angelina. E lei: «Io, invece, interpreterei subito l’ispettore Callaghan. Ovviamente con il permesso dell’inimitabile Clint».

CORRIERE.IT

Written by: admin

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