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ANSIA PER MASTROGIACOMO

today07/03/2007 3

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L’inviato di Repubblica Daniele Mastrogiacomo è nelle mani dei talebani e avrebbe «ammesso» di essere una «spia al servizio dei britannici». È quanto afferma il mullah Dadullah, comandante talebano delle province sudoccidentali, in una registrazione audio che gli viene attribuita, pervenuta oggi all’agenzia France Presse. Al momento non esiste alcuna rivendicazione del sequestro dell’inviato di Repubblica Daniele Mastrogiacomo. Lo confermano fonti della Farnesina, ribadendo che si stanno esplorando tutti i canali possibili per arrivare al rilascio del giornalista sotto sequestro nel sud dell’Afghanistan.

Apparentemente, sarebbe in mano ai Taliban nella provincia di Helmand, ma non c’è ancora nulla di sicuro. Siamo nella totale incertezza» dice l’ambasciatore d’Italia a Kabul, Ettore Francesco Sequi intervistato dalla France Presse. «Non siamo stati contattati da nessuno per una richiesta di riscatto o altro» spiega Sequi. «Sappiamo che era in servizio a Kandahar e che voleva recarsi nella provincia vicina di Helmand» prosegue l’ambasciatore.

Il rapimento di Mastrogiacomo è stato ’ufficializzatò intorno alle 17 di ieri da una dichiarazione del portavoce dei guerriglieri che fanno capo al mullah Dadullah, comandante talebano delle province sudoccidentali.

Il premier britannico Tony Blair ha chiesto ai paesi membri della Nato di inviare più truppe in Afghaistan, aggiungendo che solleverà la questione nel corso del summit di Bruxelles questa settimana.

Intanto è confermato che la Lega voterà sì al decreto che rifinanzia le missioni militari italiane all’estero «se verranno approvati due nostri ordini del giorno sul Libano e sull’Afghanistan. In caso contrario ci asterremo». È la posizione del Carroccio spiegata dal suo capogruppo alla Camera Roberto Maroni dopo la riunione del gruppo parlamentare. In un primo tempo la Lega aveva fatto balenare l’ipotesi di un suo no al rifinanziamento, ora invece, spiega Maroni, «dipenderà dall’atteggiamento che si avrà verso i nostri ordini del giorno. Il primo, quello sull’Afghanistan, mira a rafforzare il nostro impegno e a renderlo più efficace perché la missione così com’è non garantisce la sicurezza dei nostri soldati. Nel secondo, quello sul Libano, chiediamo piena attuazione della risoluzione dell’Onu per disarmare Hezbollah. Se non li si disarma allora ci si ritiri«. »Dalla mancata approvazione dei nostri ordini del giorno – conclude Maroni – dipenderà il nostro sì. In caso contrario ci asterremo».
LA STAMPA.IT

Written by: admin

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