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Niente Remuntada, Inter in finale

today29/04/2010

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BARCELLONA – L’Inter approda alla finale di Champions League perdendo di misura con il Barcellona nel match di ritorno della semifinale di Champions League. I nerazzurri hanno giocato in 10 dalla metà del primo tempo per l’espulsione di Thiago Motta al 28′. Il gol dei blaugrana è stato firmato da Piquè, a sette minuti dalla fine. Trentotto anni dopo, così l’Inter ritrova una finale di Champions League o Coppa Campioni che dir si voglia. La squadra nerazzurra entra per la quinta volta nella sua storia finale della coppa dalle grandi orecchie, esattamente 38 anni dopo l’ultima volta, quando ancora non si chiamava Champions ma semplicemente Coppa Campioni.

Inter in finale

IL CAMP NOU – La «remuntada» è stato un urlo lungo 95′ minuti, fino a strozzarsi nella delusione di tutto uno stadio, e che stadio, il mitico Camp Nou. Una coreografia da novanta mila tifosi ha accolto questa i giocatori del Barcellona, per spingere Lionel Messi e la squadra di Pep Guardiola fino alla finale, rimontando il 3-1 interista dell’andata. Ma alla fine quel soffio è stato troppo leggero, contro il muro dei nove interisti schierati davanti al portiere Julio Cesar. E alla fine han fatto festa solo i giocatori di Mourinho in campo, e i 5.000 tifosi nerazzurri arrivati dall’Italia, più il presidente Massimo Moratti.

LA DIFESA – Non basta ai catalani la rete segnata al 39′ della ripresa contro un’Inter agguerrita che ha sfoderato una difesa impeccabile. Eppure, Mourinho aveva dovuto cambiare l’undici iniziale proprio all’ultimo momento a causa di un piccolo problema per Pandev durante il riscaldamento: al suo posto Chivu. L’avvio di gara è lento, il Barça tiene palla ma l’Inter è ben piazzata e non corre alcun pericolo. Samuel e Lucio sono bravi a interrompere sul nascere molte iniziative dei catalani, mentre il meccanismo delle ripartenze nerazzurre tarda a carburare. Pur considerando la posta in palio e tutta la vigilia, stemperata comunque dalla presenza in tribuna fianco a fianco di Laporta e Moratti, la gara stava filando via liscia quando al 28′ l’arbitro De Bleeckere ha mostrato il rosso diretto al brasiliano Thiago Motta (tra l’altro già ammonito) per presunto gioco violento nei confronti di Busquets. L’Inter, malgrado questo episodio negativo, si risistema in campo con ordine e tende più a difendere e poco a ripartire. Al 33′ Julio Cesar fa il fenomeno su un tiro a colpo sicuro di Messi deviando in angolo, poi nel finale è Ibrahimovic a fare qualcosa verso la porta interista ma senza successo. Nella ripresa, Guardiola inserisce Maxwell, Bojan e Jeffren cambiando volto alla squadra, mentre Mourinho inserisce Muntari per Snejider, ma il Barcellona sbatte contro il muro interista salvo riaprire il match al 39′ della ripresa grazie alla rete di Piquè servito da Messi. Gli ultimi minuti sono stati un assalto blaugrana, ma alla fine l’Inter festeggia e vola a Madrid.

MOURINHO: «SQUADRA DI EROI» – «Una squadra di eroi, una squadra dove tutti hanno lasciato il sangue. Gli altri parlavano di lasciare la pelle, noi abbiamo lasciato il sangue». Josè Mourinho, ai microfoni di Rai Sport, al termine della sfida è raggiante. «Loro volevano vendere cara la pella e hanno fatto la festa prima; noi abbiamo lasciato il sangue e l’abbiamo fatta dopo. Con il Barcellona è difficile in undici, con dieci è un’impresa storica». «Chiedo ancora uno sforzo ai tifosi. Tifosi, venite a prendere questa splendida squadra all’aeroporto a Milano, venite a Roma, dobbiamo giocare un’altra finale domenica con Lazio e poi in Coppa Italia con la Roma: pensavo di aver toccato il massimo dell’empatia con i tifosi del Chelsea, ma con quelli dell’Inter è ancora di più. Sono innamorato dell’Inter e di questi tifosi, non del calcio italiano: lo rispetto, ma non lo amo». Javier Zanetti trattiene a stento la gioia al termine della partita: «Abbiamo sofferto ma credo che abbiamo meritato la qualificazione in finale, quello che abbiamo fatto oggi è la dimostrazione di un grande gruppo». «C’era un ambiente molto pesante – continua il capitano nerazzurro – ma noi eravamo concentrati sulla partita, è stato importante lo spirito di questo gruppo. Adesso, però, pensiamo al campionato dove siamo primi e mancano tre partite, poi penseremo alla finale di Madrid».

«POCO FAIR PLAY…» – Mourinho non ha lesinato critiche agli spagnoli: «La loro forza – ha detto il tecnico dell’Inter – è giocare a calcio. E si sono snaturati. Hanno messo poco fair play in campo e fuori dal campo». E poi ha raccontato: «L’altra notte non siamo riusciti a dormire, alle quattro di notte c’erano i fuochi d’artificio nella hall dell’albergo e abbiamo dovuto chiamare la polizia. Poi Eto’o: è cittadino spagnolo dal 2005, ma ieri è venuta la polizia per chiedergli conto di presunte tasse del passato…».

MORATTI – Josè Mourinho, anzi il «signor Mourinho, come Helenio Herrera. Così il presidente Massimo Moratti descrive l’impresa dello Special One». Li vedo molto simili – dice Moratti ai microfoni della Rai -. Ci sono 40 anni di distanza, ma hanno delle similitudini nelle qualità. Ringrazio Mourinho perchè mi ricorda quando ero giovane…». In cosa sono simili Mourinho ed Herrera secondo il presidente? «Sono due personaggi che sono gran lavoratori, pignoli, professionali. E poi sono e hanno un forte carisma nei confronti dei giocatori». «È stata una grande felicità – ha aggiunto Moratti -. Sono felice per tutti i tifosi dell’Inter. È stata una partita molto intelligente, difficile per aver giocato in dieci una semifinale. Un paio di settimane fa dicevo a Mourinho che può capitare di essere in dieci in campionato, in Champions si è eliminati. Il signor Mourinho, invece, e i ragazzi ce l’hanno fatta lo stesso. È un passo importante che abbiano portato a casa questa soddisfazione per loro, il loro allenatore, per me e per tutti i tifosi che sono venuti fino a qui e che ci credevano». La contentezza finale di Mourinho? «Meno male che fa vedere che è felice» sorride Moratti, che rende omaggio al suo tecnico . «È un gran merito da parte sua di averci portato fino a qua, ora vediamo come finisce. Un suo difetto? È un terribile introverso…».

LE FINALI – Le 4 finali precedenti disputate dall’Inter si riferiscono alle 2 vinte nelle edizioni 1963/64 (3-1, a Vienna contro il Real Madrid) e 1964/65 (1-0, a Milano contro il Benfica) ed alle 2 perdute nelle edizioni 1966/67 (1-2, a Lisbona contro il Celtic Glasgow) e 1971/72 (0-2, a Rotterdam contro l’Ajax): era stata quella l’ultima volta. In senso assoluto altre 5 formazioni italiane che non siano l’Inter hanno centrato questo traguardo complessivamente 21 volte, di cui 11 il Milan, 7 la Juventus, 1 a testa Fiorentina, Roma e Sampdoria. Le vittorie italiane, accanto alle 2 dell’Inter, sono state altre 9 (7 per il Milan, 2 per la Juventus), mentre le finali perse, oltre alle 2 nerazzurre, sono state ulteriori 12 (5 la Juventus, 4 il Milan, 1 a testa Fiorentina, Roma e Sampdoria.
CORRIERE.IT

Written by: admin

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