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A Sanremo Baudo e il contratto alla Berlusconi

today27/02/2008 1

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SANREMO – Un cane superostipe apre la seconda serata del Festival di Sanremo: è il cane-commissario Rex, accompagnato da 6 suoi “sosia”, tutti spendidi pastori tedeschi, che – perfettamente addestrati – circondano i due conduttori Baudo e Chiambretti. Ne nasce una gag con Pippo impaurito e Piero che ironizza: «Tanti cani così in tv non li avevo mai visti nemmeno al Grande Fratello». È questo, assieme alla performance di Bianca Guaccero, la “valletta mora” del Festival, uno degli escamotage usati da Pippo Baudo e dal suo staff dopo l’invasione degli ultra-Baudi della prima serata, per riemergere dalla doccia fredda degli ascolti dell’esordio, sotto i 10 milioni di spettatori per la prima volta nella storia dell’Auditel. Il presentatore- direttore artistico si è rimboccato le maniche e con lui tutto lo staff del festival. Risultato, tre ore di riunione pomeridiana: parole d’ordine “essiccare” la scaletta per evitare lungaggini, e cercare già da martedì sera la rivincita.

Il contratto di Baudo (Ap)
CONTRATTO CON GLI ITALIANI – Nella serata Baudo, spalleggiato da Chiambretti, piazza anche qualche spunto di autoironia sulla politica firmando anche lui un «contratto con gli italiani» come Berlusconi ( ma qui ovviamente sib tratta dei futuri sanremo) e diventando protagonista di filmati d’epoca accanto a Stalin a riprova delle accuse di essere di sinsitra come il 1suo» Festival. Insomma cerca di alleggerire critiche e polemiche senza nasconderle. neppure quando provengono dal Dopofestival come lo «sciontro» tra l’inviato del Corriere e Toto Cutigno, riproposto in un «interrogatorio» in stile poliziesco. Ma il ciclone che si abbatte sulla seconda serata è un altro e ha il nome di Loredana Bertè.

Chiambretti, Berté e Baudo (Ansa)
CICLONE BERTE’ – Il primo big che si esibisce è Mario Venuti, con il brano «A ferro e fuoco». Poi è la volta di Amedeo Minghi con «Cammina cammina» e la serata scivola senza scossoni. Ma prima dell’inizio era nato il caso- Bertè. Secondo la scaletta avrebbe dovuto esibirsi per ultima ma per che ci sia stato un lungo tira e molla per spostare la sua esibizione. Però l’orario non è subito chiarito, anche perchè la cantante deve ancora arrivare all’Ariston. Loredana Bertè, alla fine, canta alle 22,40 prendendo il posto in scaletta di Little Tony. La sua performance è, come prevedibile, fuori dagli schemi e dalle liturgie sanremesi. Arriva sul palco con un vestito simile alla tonaca di un monaco, cappuccio in testa, «rinforzato» dalla federa del cuscino del suo albergo, come dirà lei stessa. «Gino Landi ti amo» dice alla fine rivolta al regista, ha spiegato che l’abito l’ha designato lei. E ancora: «Lo sport e la musica uniscono i popoli. Ma a noi cantanti ci prendono a calci in culo. Ci trattano come saltimbanchi». Il siparietto si chiude con un involontario dito nell’occhio di Chiambretti, abbracci e baci con Pippo Baudo che, con fare paterno, cerca di convincerla ad abbandonare il palco.

DURAN DURAN IN PLAYBACK – Venticinque anni dopo i Duran Duran, ospiti della serata, sono tornati a calcare all’Ariston. Nel 1985 erano arrivati a Sanremo quando tutte le ragazze volevano sposare Simon le Bon, il leader del gruppo. Ora dopo aver ritrovato il successo con «Red Carpet Massacre» tornano con meno fascino e minor seguito. Cantano in playback ma si difendono già prima di salire sul palco: «Avremmo voluto cantare live ma gli organizzatori la pensavano diversamente». Il brano è «Falling Down», in perfetto stile anni Ottanta. Ma gli anni sono passati e così oggi Simon Le Bon si può permettere di dire che la persona più importante per lui è la moglie e che (scherzando questa volta) la canzone italiana più bella di sempre è «Donna Rosa» di Pippo Baudo, esattamente come aveva fatto lunedì Kravitz. C’è poi lo spazio di musica danza dedicato al musical «Giulietta e Romeo». Standing ovation per Riccardo Cocciant dopo l’esecuzione dell’artista, tratta dal suo musical che diventerà anche un film.

Corsera

Written by: admin

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