L’ipotesi del vicepremier era stata definita dalle opposizioni «criminogena» perché incentiverebbe a compiere ulteriori abusi.
La sanatoria sulle piccole irregolarità edilizie rilanciata dal leader della Lega e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha scatenato inevitabilmente le proteste delle opposizioni. L’ipotesi del condono edilizio che portrebbe risorse in tempi brevi ai conti pubblici, illustrata dal vicepremier durante l’Assemblea di Confedilizia, è stata, infatti, definita dalle forze politiche di opposizione «criminogena» poiché incentiverebbe a compiere ulteriori abusi. I primi a schierarsi contro sono stati i Verdi, preannunciando «barricate» in Parlamento; il capogruppo del Pd in Senato, Francesco Boccia, ha invece definito le parole del vicepremier come «un’altra strizzata d’occhio ai furbi di un governo disperato che non sa dove trovare risorse per la manovra». A prendere le difese di Salvini è stata, invece, la leghista Elena Murelli che ha sottolineato come il ministro non abbia parlato di condoni di intere case abusive, bensì di sanatorie di abusi parziali. Difesa, questa, portata avanti anche dallo stesso partito che, in una nota, ha ribadito come la proposta del vicepremier sia «una soluzione concreta, ragionevole e di buonsenso». Quello che stupisce, si legge ancora nel comunicato, è «la reazione di Pd e 5Stelle, che in Regione Lombardia avevano votato a favore di una soluzione analoga il 17 maggio 2022, insieme a tutta la maggioranza di centrodestra». I 54 votanti (53 voti favorevoli, 1 astenuto) hanno infatti approvato a metà maggio la «Proposta di legge al Parlamento ‘Disposizioni per l’ampliamento delle tolleranze costruttive. Modifiche al D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 (Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia)».
Fonte: open.online
GC