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DURBAN – Ad un passo dalla storia. La Spagna si gioca domani contro la Germania la finale del mondiale, traguardo mai raggiunto (come del resto la stessa semifinale) nella sua storia. C’è fiducia nell’ambiente delle Furie Rosse. Dal ct Del Bosque a Xabi Alonso il coro è unanime, fermarsi ora è vietato.
Del Bosque, giocherà Torres?
”Lo scoprirete domani. Non credo che la pressione di queste ore gli pesi, ha un’esperienza internazionale tale da permettergli di assorbire tutto”.
E’ la partita più importante della sua carriera, anche se ha vinto due Coppe dei campioni?
”Non voglio passare alla storia come il ct che è arrivato in una semifinale del Mondiale, ma che poi non è andato in finale. La Germania è forse la nazionale più costante del mondo. Quasi sempre arriva in fondo al Mondiale, ma noi ci siamo guadagnati il diritto di essere qui. A livello di club la Spagna ha avuto negli ultimi anni un’egemonia, che adesso si è estesa anche alla nazionale”.
E’ d’accordo con Loew, che dice che questa Germania è più forte di quella di 2 anni fa?
”Sì, ha giovani che sono cresciuti e giocatori solidi ed esperti. E’ un avversario molto difficile. Noi siamo forse più capaci di un gioco verticale, ma anche loro hanno giocatori che fanno la differenza con la loro qualità. Dietro i risultati della nazionale tedesca c’è un grande lavoro”.
Qual è la chiave tattica della partita?
”Impedire ai tedeschi il possesso del pallone e il contropiede: se dai spazio ai tedeschi, ne approfittano. Hanno anche individualità ottime. Ma la cosa essenziale è che queste due squadre rappresentino bene il livello attuale del calcio europeo, non è un caso che queste due squadre, più l’Olanda, siano arrivate a questo punto”.
Ci sono differenze tra questa Spagna e quella che ha vinto l’Europeo?
”Due anni rappresentano molto. Abbiamo seguito un cammino segnato dal mio predecessore Aragones, ma non siamo rimasti immobili, l’immobilismo nel calcio è dannoso. Non abbiamo rotto col passato, ma abbiamo tenuto conto del presente. Forse siamo stati meno continui in questi due anni, ma è fisiologico, dopo un grande successo”.
Si aspetta che la Germania scelga quasi una marcatura a uomo su Xavi?
”Indipendentemente dalla squadra che ha di fronte la Germania non snatura il proprio gioco e nemmeno noi. E’ ovvio che a questi livelli si rispetti molto l’avversario, quindi terranno conto del valore di Xavi”.
Perché i tifosi spagnoli devono avere fiducia?
”Quello che ho percepito nel nostro gruppo è che la nostra squadra ha cercato di essere organizzata sempre, non ha dato spazio mai all’anarchia individuale. Abbiamo giocatori sempre più importanti e preparati, grazie all’esperienza che hanno accumulato”.
Casillas capitano è l’uomo in più di questo Mondiale?
”Parlare di lui è quasi superfluo: i tre portieri hanno un rapporto eccellente tra loro ed è anche questa unità ad aiutare Casillas, che è un fuoriclasse”.
Iniesta, che cosa è cambiato nel calcio spagnolo, che prima a livello di nazionale non arrivava mai così lontano?
”Credo che sia stato soprattutto la vittoria nell’Europeo a darci questo slancio. Abbiamo sempre avuto un alto livello, avere vinto finalmente qualcosa ci ha dato più autostima”.
Che analogie ci sono con la finale dell’Europeo, che avete vinto due anni fa?
”E’ una partita totalmente diversa da tutte le altre e anche da quella finale dell’Europeo. E’ uno scenario unico, sappiamo tutte e due le squadre che abbiamo davanti un traguardo forse irripetibile”.
La Germania è una squadra che attacca, questo vi faciliterà?
”Per quello che abbiamo visto finora al Mondiale, credo che tutte e due le squadre attaccheranno, sarà un grande duello”.
Chi è favorita?
”A questo punto di un Mondiale non ci sono favoriti. Una semifinale è una semifinale, sia noi sia la Germania siamo convinti di potere vincere”.
Pensate che chi vince questa semifinale è favorito per la vittoria al Mondiale?
”Non sono d’accordo, anche l’altra semifinale è tra nazionali forti: non si deve dare nulla per scontato. Ovviamente ognuno di noi non pensa solo alla semifinale in quanto tale, ma al fatto che sia una tappa necessaria per realizzare il sogno di alzare la coppa del mondo”.
Xabi Alonso, è la partita più importante della vostra vita?
”La mia speranza è di arrivare in finale, è il nostro obiettivo: non stiamo pensando ad altro”.
Segna solo Villa: non è un problema?
”Villa è una minaccia per qualunque difesa e lo sta dimostrando. Non è una scoperta per noi, speriamo che continui così”.
Mai una nazionale così unita, tra catalani e castigliani: è la partita storica del calcio spagnolo?
”E’ vero, ci stiamo preparando da tanto tempo per avere un’occasione del genere: non la dobbiamo sprecare”.
Chi tirerà l’eventuale rigore, dopo il suo errore col Paraguay?
”Non abbiamo deciso chi tirerà il rigore, se ci sarà, né ci siamo allenati in particolare per i rigori. Decideremo durante la partita”.
Che fascino ha per voi della Spagna la parola Mannschaft, che definisce la nazionale tedesca?
”A me richiama il significato di una squadra basata sul collettivo, ci aspettiamo un avversario possente”.
Quanto conta il fatto che la Germania abbia vinto 3 volte il Mondiale e che i club spagnoli abbiano vinto tanti titoli nelle coppe?
”Contano i particolari, in una partita di questo tipo: solo questi. Chi ne azzecca di più alla fine vince. E in una partita unica, se sbagli un particolare, te ne vai a casa”.
Che cosa è cambiato nella mentalità di questa generazione di giocatori spagnoli?
”Credo che la chiave sia stata quella di anteporre l’interesse collettivo a quello individuale. Grazie a questo siamo arrivati a un passo dal sogno”.
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