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L’AQUILA
Ad un anno dal terremoto che ha colpito l’Abruzzo non manca nei discorsi ufficiali un riconoscimento per l’opera svolta dalla Protezione Civile. Elogi che portano in testa la firma del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e quella del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Nelle parole del capo dello Stato, che ha esaltato i «livelli di straordinaria efficienza» del dipartimento guidato da Guido Bertolaso, c’è però un appunto che fa riferimento al controverso decreto emergenze e – soprattutto – alla Protezione Civile Spa. La Protezione Civile, scrive infatti Napolitano nel messaggio agli abruzzesi, è «un modello organizzativo sviluppatosi e progressivamente perfezionatosi a partire dagli anni ’90, dotato di poteri eccezionali e che ha raggiunto livelli di straordinaria efficienza, riconosciuti anche a livello internazionale. Un modello – osserva però – che è chiamato a fronteggiare le calamità naturali e ad esse deve dedicarsi, senza perdersi in altre direzioni di intervento pubblico per ovviare alle lentezze di procedure ordinarie non ancora rinnovate e semplificate come è necessario da tempo».
Una puntualizzazione, questa, che non vede sulla stessa lunghezza d’onda il presidente del Consiglio. Pur non in risposta al capo dello Stato (vista anche la diffusione contemporanea dei due messaggi), Berlusconi ha difeso infatti a spada tratta l’operato di Bertolaso e dei suoi «angeli», annoverando tra i loro meriti anche e soprattutto i tempi «da record» ottenuti in una calamità di tali proporzioni. «Qualcuno – aggiunge Berlusconi – ha provato a minimizzare o peggio a infangare il lavoro svolto dal governo e dai soccorritori all’Aquila. Ma la realtà dei fatti è incancellabile: noi abbiamo gestito con assoluta efficienza la fase dell’emergenza e abbiamo impostato la ricostruzione nel migliore dei modi». Mezzi straordinari, insomma, per far fronte ad una emergenza straordinaria. «In un anno – dice sempre Berlusconi – siamo stati in grado di far fronte alle urgenze immediate, con una mobilitazione straordinaria imperniata sulla capacità da tutti riconosciuta della nostra Protezione Civile. Per ciò che era indispensabile nella prima emergenza, per ciò che risultava non differibile ed urgente – conclude Berlusconi – abbiamo utilizzato le migliori professionalità disponibili nel Paese e la struttura di governo più idonea alla gestione che ci ha permesso, nei mesi passati, di fare molto e nel migliore dei modi».
A invocare «armonia e condivisione», come condizioni essenziali per ricostruire L’Aquila e i paesi del circondario distrutti dal sisma del 6 aprile è il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta il quale rinvia a dopo i bilanci che, invece, tracciano in modo positivo il capo della protezione civile, Guido Bertolaso, e il prefetto Franco Gabrielli, trovando condivisione nel sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, il quale, però avverte: «C’è ancora moltissimo da fare». Letta invita tutti a «ritrovare lo spirito unitario di armonia e di condivisione che caratterizzò i primi giorni dopo il terremoto quando, tutti insieme, abbiamo cercato di dare sepoltura ai morti e soccorso ai vivi, affrontando, senza spirito di parte, l’emergenza di una tragedia così grande». Un giudizio di quanto fatto lo traccia, invece, Bertolaso, definito da Berlusconi, in occasione dell’anniversario, «un uomo limpido, capace, esperto, determinato, un leader di grande valore, cui dobbiamo affetto e riconoscenza».
«Non è stato un anno passato invano», afferma Bertolaso, e, con una punta di orgoglio, aggiunge: «Quello realizzato all’Aquila è molto importante. Il fatto che da tutto il mondo ci continuino a chiamare è un ulteriore esempio della considerazione e del giudizio che è stato dato a livello internazionale». «Nessuno – sottolinea Bertolaso – è stato abbandonato e lasciato solo. Mi sembra che lo Stato, il Paese abbiano dato una grande risposta di solidarietà, di fermezza, di partecipazione, ma anche di compostezza. In questi 12 mesi è stato fatto molto: la riapertura dell’anno scolastico, l’università, la possibilità di dare una casa confortevole a decine di migliaia di persone, anzichè metterle nei container senza sapere esattamente quale sarebbe stato il loro futuro». Un giudizio condiviso dal prefetto Gabrielli che evidenzia anche il lavoro svolto per evitare alla malavita organizzata di inserirsi negli appalti. Per Gabrielli, ora le priorità sono «il lavoro e l’economia, per certi aspetti ancora prima delle carriole», dice con riferimento alle centinaia di aquilani che da sei domeniche rimuovono nel centro storico le macerie, al fine di sensibilizzare le autorità ad accelerare un processo che riguarda 4 milioni di tonnellate di rifiuti causati dal sisma. Che sia stato fatto molto lo conferma anche il sindaco, Massimo Cialente, il quale però avverte che «c’è ancora moltissimo da fare per ricostruire L’Aquila e farla ripartire». «Ci sono decine di migliaia di persone ancora fuori. Abbiamo un tessuto sociale, economico e produttivo interamente da ricostruire. Non basta la buona volontà». L’istituzione della zona franca, che darebbe un impulso importante, sarebbe una buona soluzione, ma Cialente si augura che sia «reale, efficace, e non un gioco di prestigio».
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Written by: admin
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