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Ciampino, rientrati gli eroi di Kabul

today21/09/2009

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CIAMPINO (ROMA) – È atterrato alle 9.28, all’aeroporto romano di Ciampino, il C-130 dell’Aeronautica militare con a bordo le salme dei sei paracadutisti della Folgore uccisi nell’attentato di giovedì scorso a Kabul.

L’aereo che ha trasportato in Italia i feretri dei militari – il capitano Antonio Fortunato, il sergente maggiore Roberto Valente, il caporal maggiore capo Massimiliano Randino e i caporal maggiori scelti Davide Ricchiuto, Giandomenico Pistonani e Matteo Mureddu – era decollato ieri pomeriggio dalla capitale afgana. A ricevere le salme dei caduti, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e le più alte cariche dello Stato. Accanto alle autorità ci sono ovviamente i patrenti, chiusi in un dolore compostissimo.

Tra i parenti dei sei paracadutisti uccisi giovedì scorso in Afghanistan c’è anche Simone Francesco, di due anni – figlio del sergente maggiore Roberto Valente – in braccio alla madre e con il testa il basco amaranto della Folgore. L’Ordinario militare per l’Italia, mons. Vincenzo Pelvi, ha benedetto le salme dei sei parà italiani uccisi giovedì scorso in Afghanistan: è stato questo il primo atto delle breve cerimonia funebre di Ciampino.

Dopo il saluto del Capo dello Stato, che si è inchinato davanti a tutte le bare, poggiando su ciascuna la mano destra, e gli onori da parte del picchetto della Folgore schierato sulla pista, le sei bare sono state trasportate a spalla a bordo dei carri funebri con cui raggiungeranno l’Istituto di medicina legale, dove è prevista l’autopsia.

MESTO CORTEO E GRANDE COMPOSTEZZA. In testa al corteo, affranti, i parenti delle vittime: abbracciati tra loro, sostenuti da militari dell’esercito, hanno seguito le bare con i loro cari in silenzio, con dolore e grande compostezza. Dietro le autorità, con in testa il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e le massime cariche dello Stato.

Presenti a Ciampino anche i vertici della Difesa e delle Forze armate: dal ministro Ignazio La Russa al capo di stato maggiore della difesa Vincenzo Camporini, al nuovo capo dell’Esercito, Giuseppe Valotto, insiedatosi proprio il giorno della strage.

Tra le autorità presenti alla breve cerimonia che si è di fatto conclusa a Ciampino, oltre al sindaco di Roma Gianni Alemanno, con la fascia tricolore, anche alcuni parlamentari particolarmente vicini alle forze armate come il generale Mauro Del Vecchio, senatore del Pd ed ex comandante della missione Nato in Afghanistan, e l’ex parà Gianfranco Paglia, deputato del Pdl, costretto su un sedia a rotelle dopo essere rimasto ferito durante l’operazione in Somalia.

IL RICORDO DI UN TENENTE: “SONO MORTI DA EROI”. All’aeroporto era presente anche il tenente della Folgore, Stefano Cozzella. “Provo – spiega – angoscia e dolore vedendo le famiglie distrutte per la perdita dei loro cari, ma anche rabbia per quello che è successo. Con il capitano Fortunato – aggiunge – siamo stati insieme in missione in Bosnia, in Kosovo, in Albania, abbiamo condiviso tante cose e sapere che ora non c’è più mi rattrista moltissimo”.

IL GEN. CAMPORINI: “SEMPRE VICINI AI PARENTI DELLE VITTIME”. “Sono situazioni di profondo dolore: gli ho detto che le forze armate rimarranno loro vicine come istituzione e come persone”. Il capo di Stato maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini, ha incontrato i parenti dei sei paracadutisti uccisi in Afghanistan e per loro ha avuto parole di vicinanza e conforto.

“Ho detto che gli rimarremo vicini – ripete Camporini – per cui chiunque di loro avverta la necessità di un contatto, un supporto, un aiuto, non esiti a ricorrere a noi e a me personalmente”. Ma sette militari italiani uccisi in un anno in Afghanistan non sono troppi? “Sono molti, sono sicuramente molti”, risponde Camporini. Che aggiunge: “Ricordo che la coalizione in Afghanistan quest’anno ha perso più di 300 uomini”.

BENEDETTO XVI: “OPERAVANO PER LA PACE”. Benedetto XVI, tornando ad esprimere il proprio “profondo dolore” per i soldati morti in Afghanistan, ha sottolineato come i militari italiani e degli altri contingenti internazionali “operano per promuovere la pace e lo sviluppo delle istituzioni, così necessarie alla coesistenza umana”.

Ratzinger – durante l’Angelus a Castelgandolfo – ha rinnovato il suo incoraggiamento “alla promozione della solidarietà tra le nazioni per contrastare la logica della violenza e della morte, favorire la giustizia, la riconciliazione, la pace e sostenere lo sviluppo tra i popoli”.

MIGLIORANO LE CONDIZIONI DEI FERITI. “Sono tutti in buone condizioni, tranquilli. Hanno viaggiato assistiti da una nostra équipe medica, il viaggio è stato confortevole e non c’è stato alcun problema”. Lo ha detto il colonnello medico Roberto Bramati, capo dipartimento emergenza del Celio, parlando delle condizioni dei quattro militari italiani rimasti feriti nell’attentato di giovedì scorso a Kabul, giunti la scorsa notte in Italia ed ora ricoverati nel Policlinico militare di Roma.

Tutti e quattro – il primo maresciallo dell’Aeronautica Felice Calandriello e i primi caporalmaggiori della Folgore, Rocco Leo, Sergio Agostinelli e Ferdinando Buono – hanno “un disturbo da stress post-traumatico, ma niente di particolare. Solo Buono ha anche una ferita ad una mano, non di importante entità”, ha detto l’ufficiale medico.

“Ora – ha proseguito Bramati – verranno sottoposti alle normali visite previste per militari in rientro dalle missioni e ad un sostegno psicologico da parte di specialisti, anche se hanno viaggiato serenamente e sono tutti tranquilli, avranno un sostegno psicologico da parte di specialisti. Non c’è ancora una data per le dimissioni – ha concluso – ma è ragionevole parlare di qualche giorno”.

APERTA LA CAMERA ARDENTE. È stata aperta al pubblico poco prima delle 16 la camera ardente con le salme dei sei militari italiani rimasti uccisi nell’attentato in Afghanistan. A presidiare l’entrata dell’ospedale sono schierati dei militari. In fila si contano già un migliaio di persone in attesa di entrare.

I parenti delle vittime sono entrati in precedenza insieme ai feretri. Via Claudia, la strada che costeggia il Celio, è adornata con numerose bandiere dell’Italia, le stesse che sventolano centinaia di persone in fila per rendere l’ultimo saluto agli eroi di Kabul. Domani funerali solenni, alle 11, nella basilica di San Paolo fuori le mura.
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Written by: admin

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