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Palermo umiliato

today02/03/2009

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La magia esplode nei piedi di un geniale folletto, che Franco Sensi nel 2001 portò nel capoluogo siciliano, affidandolo alle mani sapienti di Bortolo Mutti, e che un altro patron, Maurizio Zamparini (spalleggiato dal direttore sportivo Rino Foschi), ha scaricato con troppa fretta a fine 2002. Ieri la nemesi, esteticamente sublime. Giuseppe Mascara, ventinovenne attaccante del Catania, ha disegnato una parabola incredibile da quasi metà campo, al Barbera, nel derby vinto in trasferta dal Catania con un roboante 4-0. Un tiro di collo piede da una cinquantina di metri, scoccato al 44′ del primo tempo, che si è andato a spegnere alle spalle di un sorpresissimo Amelia. Un gesto tecnico di altissimo profilo, che ha meritato persino l’applauso di una parte dei tifosi palermitani, sulla falsariga di campioni celebrati del passato come Diego Armando Maratona, o del presente come Quagliarella. Ma anche Beckham, Palermo, Seedorf e perfino un portiere, l’ecuadoriano Chilavert in Velez-Boca Junior del campionato argentino: tutti autori di straordinarie parabole.

Puro istinto, fiuto del gol, e la giusta dose di sfacciataggine, per segnare una rete destinata a rimanere nella storia del calcio italiano. «Ho visto che la palla rimbalzava, ho visto Amelia fuori dai pali e, di prima intenzione, ho calciato in porta senza pensarci. Marco rimane uno dei migliori portieri del calcio italiano, segnargli un gol è una grande soddisfazione. La vittoria è la cosa principale per noi, perché è da due anni che non vincevamo lontano da casa: vale doppio per derby ci siamo preparati bene, abbiamo retto il campo per novanta minuti. Per quanto mi riguarda questo gol fa piacere ma non devo perdere la testa. Ci aspettano partite difficili: meglio archiviare».

La prodezza di Mascara ha colto di sorpresa anche Walter Zenga, diviso tra l’euforia di tecnico e la solidarietà di ex portiere: «In carriera ho subito anche reti peggiori. Non metterei in croce Amelia. Nessun portiere avrebbe potuto prevedere le intenzioni di Mascara, la sua è stata una prodezza e come tale va accettata. Il mio attaccante ha avuto una grande idea e l’ha messa in pratica. Credo che di questa perla si parlerà a lungo». Ne parleranno a lungo soprattutto a Catania. I tifosi hanno aspettato in autostrada il pullman della squadra per scortarlo in città, orgogliosi di un successo insperato (almeno nelle dimensioni) nella partita più sentita e soprattutto del loro piccolo genio, la zanzara che fa ammattire le difese avversarie, che ama la Playstation ed è nato a Caltagirone, capitale della ceramica e, da ieri, dei gol d’autore.

Written by: admin

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