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Lo spettacolo può iniziare: David Beckham, superstar del calcio globale e icona fashion, è finalmente arrivato a Milano. Il centrocampista inglese è atterrato questa mattina intorno alle 10.10 all’aeroporto di Malpensa con un volo privato della flotta Finivest, con un quarto d’ora d’anticipo rispetto al programma. Accompagnato dalla moglie Victoria, Beckham ha fatto il suo debutto italiano con una tenuta sobria: pullover blu sopra una camicia bianca, sciarpa bordeaux, occhiali da sole a goccia, jeans e scarpe da ginnastica.
Per riceverlo al Terminal 2 dello scalo varesino, in rappresentanza del Milan, il direttore organizzativo Umberto Gandini e il direttore marketing Laura Masi. Ad attendere la coppia, una delle più ricercate da paparazzi e riviste di glamour e di gossip di tutto il mondo, anche un corteo di quattro automobili. Una ha accompagnato il 33enne fuoriclasse ad Appiano Gentile, le altre tre – di cui una interamente dedicata alle valige dei Beckham – hanno invece accompagnato Victoria in centro a Milano, dove l’ex Spice Girl in questi giorni sarà impegnata nella ricerca di un alloggio consono. In lizza, secondo le indiscrezioni che circolano, diversi alberghi a 5 stelle.
Appena sbarcato David Beckham si è detto «emozionato», dopodichè ha lasciato l’aeroporto per sostenere le visite mediche, che sono andate bene. Il nuovo acquisto del Milan ha poi incontrato l’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, prima di ripartire alla volta di Milano per pranzare con la moglie. La presentazione ufficiale è fissata per questa sera alle 19 a San Siro. L’avventura italiana dell’ex capitano della nazionale inglese è quindi cominciata, anche se sul campo lo vedremo solo dopo Natale, quando raggiungerà il Milan a Dubai. E, comunque, la permanenza del giocatore nel nostro campionato, per quanto di sicuro impatto mediatico, in teoria dovrebbe durare solo due mesi e mezzo, ossia quelli concessi dalla pausa del campionato statunitense, dato che Beckham al Milan arriva in prestito dai Los Angeles Galaxy.
Le indiscrezioni però parlano di una volontà del Milan di trattenerlo almeno fino a fine stagione, e qualcuno parla anche del 2010. Galliani per ora frena e ribadisce che la presenza di Beckham tra le file rossonere è solo temporanea. «David resteràfino al 9 marzo. L’ultima partita è Milan-Atalanta, in programma l’8 marzo. Non voglio illudere nessuno. Speriamo che Beckham lasci un segno indelebile, così l’anno prossimo potremmo ripetere l’esperienza, magari più lunga», ha spiegato l’ad rossonero. Da superare c’è lo scoglio dell’ingaggio,molto oneroso, anche se è grande l’attesa per l’effetto Beckham sul marketing della squadra rossonera. Ai tempi del Manchester United, infatti, lo Spice Boy ha fatto vendere milioni di magliette con il suo nome. Aspettando di vederlo in campo, oltre che sulle cronache mondane milanesi, Beckham incassa il benvenuto dell’allenatore rossonero: «L’arrivo di Beckham è un arrivo importante – ha detto Carlo Ancelotti a Milan Channel – è un professionista molto serio. Sarà una risorsa importante per tutto il tempo che rimarrà qui».
«Sento già che mi sto innamorando del Milan, ma sono dei Los Angeles Galaxy e tornerò a giocare per loro», ha detto Beckham in conferenza stampa escludendo che per il momento ci siano margini per restare in rossonero oltre il limite del 9 marzo 2009, previsto dall’accordo tra il club di via Turati e quello californiano. «Il contratto arriva a quella data, fa parte degli accordi e mi allenerò e giocherò qui fino a quel momento», ha spiegato l’inglese durante la sua presentazione nella sala Executive del Meazza. «So già che sarà difficile andare via, ma ho già vissuto questa esperienza a Manchester e a Madrid. Ma per il momento penso a lavorare e giocare per il Milan», ha aggiunto. In campo Beckham indosserà la maglia rossonera numero 32. Una scelta che – ha spiegato – non nasce da alcun motivo particolare. «Nella mia carriera ho giocato con diversi numeri che mi hanno identificato. Questo – ha aggiunto – è stato il primo numero che mi hanno proposto al Milan e non c’era alcun motivo per dire no, anche perchè non ne avevo un altro in mente».
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