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ROMA – Sono torinesi, tre residenti in città e due in provincia, 5 delle 15 persone rapite in Egitto. Si tratta di un gruppo di 11 turisti accompagnati da 4 guide egiziane. Oltre agli italiani (tre donne e due uomini) ci sono cinque tedeschi e un romeno. L’assalto, da parte di uomini mascherati, è avvenuto nel sud del Paese, ai confini con il Sudan.
I 5 italiani si chiamano Walter Barotto, Michele Barrera, Giovanna Quaglia, Mirella De Giuli e Lorella Paganelli. Per il loro rilascio sarebbe stato chiesto un riscatto di 15 milioni di dollari, secondo notizie non confermate provenienti da fonti non ufficiali, vicine agli ambienti degli operatori turistici.
Il ministro del turismo egiziano, Soheir Garana, ha reso noto che sono già in corso negoziati per il rilascio. E addirittura la tv araba Al Jazeera ha annunciato che gli ostaggi sono stati già rilasciati, ma ancora non è arrivata alcuna conferma da parte della La Farnesina, che sta verificando la notizia.
Sempre secondo le fonti non ufficiali, il rapimento è avvenuto ieri nell’area di Gebel Uwainat, una zona dell’estremo sudovest dell’Egitto, dove il paese confina con la Libia ad ovest e con il Sudan a sud. Fonti della sicurezza egiziana hanno confermato finora che il rapimento è stato compiuto da quattro persone mascherate, senza precisarne la provenienza.
Per i familiari dei 5 torinesi sono ore di ansia. Tra di loro è immediatamente rimbalzata la notizia diffusa dall’emittente satellitare Al Jazeera secondo cui i 5 sarebbero stati liberati. “Anche noi abbiamo letto quella notizia su internet – dice Giuseppe Paganelli, fratello di Lorella, una delle rapite che risiede in provincia di Torino – ma dalla Farnesina non abbiamo ricevuto alcuna conferma, sappiamo soltanto che stanno bene”. Giuseppe Paganelli ha poi raccontato che la sorella era solita compiere viaggi di questo tipo, “sempre con un gruppo di 5 amici. L’ultima volta che l’ho sentita è stato giovedì mattina quando ha detto che era tutto normale”.
Le fonti non ufficiali non escludono che i rapitori possano essere provenienti dal Ciad, piuttosto che dall’Egitto o dal Sudan. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, in volo per gli Stati Uniti, sta seguendo il caso attraverso l’Unità di crisi che è stata immediatamente attivata, insieme all’ambasciata al Cairo.
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Written by: admin
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