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CATANIA – Mineo è distrutta. Sei operai che lavoravano nel depuratore consortile del piccolo centro etneo, a 35 km da Catania, sono morti mentre stavano pulendo una vasca. Quattro erano dipendenti comunali: Giuseppe Zaccaria, Giovanni Sofia, Giuseppe Palermo e Salvatore Pulici, quest’ultimo un lavoratore precario ex art. 23.
Le altre due vittime erano dipendenti di una ditta privata, la Carfì di Ragusa, impegnata nei lavori di manutenzione del depuratore: Salvatore Tumino e Salvatore Smecca, entrambi di 47 anni.
In un primi momento sembrava che la morte degli operai, che stavano compiendo un intervento di pulizia e ripristino di un filtro, fosse stata causata dall’inalazione di sostanze tossiche. Ma in base ai rilievi scientifici di carabinieri e tecnici proseguiti fino a notte fonda, la tesi maggiormente accreditata è quella che potrebbero essere stati travolti da materiale di scarico riversato all’improvviso nella vasca da una pompa per cause non chiare. I sei infatti sono stati trovato con 30 centimetri di ‘fango’, costituito dal materiale filtrato dal depuratore. Formulata anche l’ipotesi di una dispersione elettrica.
I corpi non presentano lesioni. I primi accertamenti medico-legali verteranno sull’esame degli organi interni e in particolare dei polmoni, oltre che su esami ematici per verificare la presenza di sostanze tossiche nel sangue. Potrebbe anche essersi trattato di un ‘mix’ tra la presenza improvvisa del fango del depuratore che avrebbe invaso inaspettatamente la vasca e i miasmi emessi dallo stesso fango. A stabilire con esattezza le cause della morte sarà l’autopsia che sarà eseguita nei prossimi giorni.
“Sono morti abbracciati uno con l’altro, quasi certamente nel tentativo di salvarsi a vicenda”, dice don Minè Valdini, parroco della chiesa di Sant’Agrippino, patrono di Mineo, che ha visto le sei vittime all’interno del depuratore. “Sono morti – ha aggiunto il sacerdote, trattenendo a stento la commozione – con un gesto d’amore. Un atto di generosità che purtroppo non è servito a nulla”.
L’ingegnere Salvatore Spanò, comandante dei vigili del fuoco di Catania, conferma: “Li abbiamo trovati uno accanto all’altro, in fondo alla vasca, coperti da un sottile strato di fango. Quasi certamente hanno tentato di salvarsi prima di rimanere intrappolati dentro quella ‘camera della morte’. E’ probabile che uno di loro si sia sentito male e che gli altri abbiano cercato di aiutarlo, prima di rimanere a loro volta intossicati dalle esalazioni”.
Scene di dolore davanti al depuratore di Mineo dove sono giunti i parenti dei sei lavoratori. La polizia municipale ha transennato l’area, dove ci sono anche mezzi dei vigili del fuoco, ambulanze e carabinieri. “Lasciateci in pace, non è uno spettacolo”, hanno detto i familiari dei sei operai ai giornalisti, invitandoli ad allontanarsi.
Davanti al luogo della tragedia scene di dolore e di grande tensione. “Voglio vedere Giovanni, e fatemi vedere subito mio figlio, non ci posso credere…”, ha urlato piangendo la mamma di Giovanni Sofia. La donna sostenuta da due familiari, ha cercato di varcare il cancello, controllato da carabinieri e vigili urbani, ma inutilmente. Disperata la moglie di una delle vittime, giovanissima: “Perché proprio a me, mio Dio non è possibile”. Attorno a lei decine di familiari.
“Nel depuratore erano in corso lavori di manutenzione”, dice Nuccio Valenti, segretario Cgil nel comprensorio del Calatino, appena giunto nella zona della tragedia. L’impianto depura le acque della rete fognaria del comune e si trova a circa quattro chilometri dal centro abitato.
Sconvolti gli impiegati del Comune. Al telefono una donna tra le lacrime dice: “Tra i morti vi sono quattro nostri colleghi. Il sindaco appena appresa la notizia è andato al depuratore dov’è avvenuta la tragedia”.
Le salme delle vittime sono state recuperate in tarda serata. Ora si trovano negli obitori di tre paesi della zona: due ciascuno tra Caltagirone, Mineo e Palagonia. Il procuratore capo della Repubblica di Caltagirone, Onofrio Lo Re, che coordina le indagini dei carabinieri di Catania, dovrebbe dare l’incarico per le autopsie.
Mineo, 5700 abitanti, si trova nell’entroterra catanese, tra Caltagirone e Palagonia. E’ un paese di tradizioni agricole, vi sono molti produttori di olive, con un centro storico medievale.
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