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FABIO POZZO
L’allarme prezzi si sente più nel Nord Italia. Le città più care – per le spese in alimentari, abbigliamento e arredamento – sono Bolzano, Trieste, Genova e Bologna.
Lo dice l’Istat, alla luce di uno studio che ha monitorato e comparato i prezzi (nel 2006) in venti città italiane,, con Unioncamere e l’Istituto Guglielmo Tagliacarne. Una ricerca da cui emerge anche che i centri più economici sono invece Napoli, L’Aquila, Campobasso e Palermo.
A Bolzano spetta la «palma» della città più cara per gli alimentari (ma il Comune sostiene che i valori sui cartellini sono fermi da sei anni). Qui, la spesa in un supermercato costa oltre il 13% in più rispetto alla media nazionale, mentre a Napoli e Bari si spende il 12% in meno. Al secondo posto, in negativo, si piazza Milano, con l’11,2% in più. Seguono, sopra il 5%, Aosta, Genova, Venezia, Trieste e Bologna; tra il +5% e il valore medio sono Torino, Ancona e Perugia.
Se invece bisogna comprare un cappotto non conviene cercarlo a Venezia, Bolzano o a Trieste, e nemmeno a Reggio Calabria, dove costa il 5% in più rispetto alla media nazionale, ma bisogna andare ad Aosta (-10%). Si piazzano tra il +5% e il valore medio Genova, Bologna, Ancona, Firenze, Perugia e Cagliari; sotto il 5% Torino, Milano, Roma, Napoli, L’Aquila, Campobasso e Palermo.
Quanto agli oggetti per la casa, meglio stare alla larga dal capoluogo lombardo: si spende oltre un quarto in più (25,8%) rispetto alla media, mentre a Campobasso la spesa è di quasi un quarto in meno (-22,8%). Superiori al 5% anche i prezzi di Aosta, Genova, Firenze e Roma; tra il +5% e il valore medio Torino, Bolzano, Trieste, Bologna e Potenza. «Questi dati dimostrano che il calcolo dell’inflazione, ossia dell’aumento relativo dei prezzi, non è rappresentativo del costo della vita, che dipende dal valore assoluto di partenza dei prezzi. Ecco perché dal 2002 chiediamo indici ad hoc» dice il presidente del Codacons, Marco Donzelli. Nel frattempo, arrivano le prime iniziative anti-caro spesa. Come l’«Sms consumatori», varato ieri dal Ministero delle Politiche Agricole, insieme all’Ismea e ad otto associazioni consumatori: inviando un messaggino al numero 47947, si potrà conoscere tutte le informazioni sul prezzo medio di vendita di 84 prodotti alimentari, gratuitamente e in tempo reale. In Lombardia, inoltre, la Coldiretti offre latte fresco appena munto con il 40% di sconto rispetto a quello dei supermercati.
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