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Dopo un martellante battage pubblicitario, “Scusa ma ti chiamo amore” di Federico Moccia con Raoul Bova è schizzato subito in vetta al boxoffice italiano incassando in tre giorni oltre 4 milioni 600 mila euro, 4.629.286, secondo i dati Cinetel. La pellicola ha così scalzato “Io sono leggenda” di Will Smith al vertice da ben due settimane. Al secondo posto c’è “American Gangster”.
Il film con Bova e l’esordiente Michela Quattrociocche, distribuito da Medusa, è in 491 sale rilevate da Cinetel, circa 600 in totale, con una media per sala di 9.428, il doppio del film al secondo posto, “American Gangster”.
Tratto dall’omonimo best seller di Federico Moccia che per la prima volta è qui anche regista, il film racconta di Alex (Bova), un creativo di trentasette anni, da poco lasciato da Elena, la sua fidanzata storica (Veronika Logan). Un giorno, mentre è in macchina, si scontra con un motorino su cui c’è Niki (Michela Quattrociocche) che sta andando al liceo. La ragazza ha diciassette anni, è bella, spiritosa, intelligente. Il passo dall’amicizia all’amore è veloce. Cominciano a frequentarsi e a dispetto dei 20 anni di differenza si scopriranno entrambi innamorati pazzi.
Presto però Elena ritorna e dichiara ad Alex di volerlo sposare. L’uomo cade nella crisi più profonda, diviso tra quello che sarebbe logico e la passione amorosa per Niki.
MOCCIA: “STRAORDINARIO MALGRADO I CRITICI”
“Straordinario – è la prima parola che viene in mente a Federico Moccia dopo aver visto il successo ai botteghini del suo film d’esordio – Anche se tutti dicono che era prevedibile – aggiunge – secondo me nel cinema non si sa mai veramente niente. Sono felice delle risate, le emozioni, la commozione dei ragazzi giovani e meno giovani che sono andati a vederlo. Perché questa è una storia romantica che punta dritto al cuore e non se ne vergogna. Quindi è giusto che loro la prendano così. Non me lo aspettavo, leggendo tutte le critiche preventive mi era venuta l’ansia: purtroppo a volte il critico invece di aiutarti a migliorare ti fa solo preoccupare”. Per Moccia “la cosa più importante è il pubblico in sala, che a volte ti sorprende: ride su una battuta quando ti aspettavi che ridesse su un’altra.
BOVA: “FONDAMENTALE IL PASSAPAROLA”
“Credo che nel successo di ‘Scusa ma ti chiamo amore’ sia stato fondamentale il passaparola”, dice il protagonista del film Raoul Bova raccontando che un suo nipote sedicenne ha caldamente raccomandato il film al padre. Secondo Bova il film ha avuto un pubblico trasversale: “Oltre ai teenager sono andati a vederlo i 30-40enni che si identificavano nel mio personaggio. E’ stato buffo vedere che il pubblico parteggiava un po’ per la mia vecchia fidanzata e un po’ per la mia nuova fiamma adolescente. Ma nelle varie proiezioni cui ho assistito ho notato una costante: quando dico alla vecchia fidanzata ‘non ti amo più’ scatta sempre l’applauso”.
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