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Alla vigilia della ripresa del campionato di calcio dopo lo stop per l’uccisione di Gabriele Sandri e le violenze degli ultras che ne sono seguite, come allo stadio di Bergamo e nelle vie di Roma, il fratello del supporter della Lazio ucciso, Cristiano, fa un appello alle tifoserie. “Mi aspetto una presa di coscienza da parte dei tifosi e un comportamento irreprensibile – ha spiegato – e a non commettere alcun atto di violenza”. Il calcio si è fermato domenica scorsa, quando in campo doveva scendere la serie B, ma alla vigilia della ripresa del campionato cadetto, con la 13esima giornata, ecco che ci pensa Cristiano Sandri a invitare alla calma, perché lo sparo che ha ucciso Gabriele ha “colpito tutti”. Il rischio, infatti, è che tra le frange più esagitate degli ultrà ci sia una caccia al poliziotto. “Faccio un appello a non commettere alcun atto di violenza – spiega – che riprenda il campionato un certo effetto lo fa, perché penso a Gabriele che era un grande appassionato della Lazio e viveva per il calcio. Giocava da quando aveva sette anni. Sapere che il calcio riprende dopo i tanti attestati di solidarietà che ci sono arrivati dalle società di A, B e C, ma anche da tante tifoserie, fa effetto ma ci rende anche un po’ sgomenti, per una cosa che non avremmo mai voluto dovesse essere ricordata”. Sarà una giornata particolare per i familiari di Gabriele Sandri che, sulle pagine di diversi quotidiani sabato e domenica faranno pubblicare un ringraziamento “a tutte le persone che ci sono state vicino unito a un invito a non dar vita a episodi di violenza scellerati e sconsiderati che possano in qualche modo infangare la memoria di Gabriele a dar seguito ad atti come quelli verificatisi quella domenica”. Anche Cristiano Sandri, assiduo frequentatore dello stadio come il fratello, ma che domanica non se la sente già di tornare all’Olimpico, ammette che le misure anti violenza, quali la chiusura delle curve, il divieto di trasferte, non sono le soluzioni al problema. “Va bene i bambini, ma così verrebbe a perdere il calcio – ha spiegato. – Non sono soluzioni, la sola repressione non funziona”. Si chiede solo una presa di coscienza da parte dei tifosi. “Gabriele avrà la giustizia che si merita per le vie ordinarie, e noi confidiamo nella magistratura – conclude – ma intanto chiedo che la morte di mio fratello non sia strumentalizzata. Niente violenza”. C’è da augurarsi che il suo appello venga ascoltato. TGCOM.IT
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