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STEFANO MANCINI, INVIATO A MONZA
Il simbolo della resa è Kimi Raikkonen che a undici giri dalla fine si fa passare da Lewis Hamilton senza opporre resistenza. Massa si era ritirato tanto tempo prima per l’ennesimo guasto stagionale: la rottura di un ammortizzatore posteriore. La coppia McLaren conclude in parata davanti al pubblico di Monza. Nella storia della Formula 1 non era mai successo. Il Mondiale 2007 è virtualmente finito qui, nel Gran Premio d’Italia che nel recente passato aveva visto il Cavallino protagonista di spettacolari rimonte (quelle di Schumacher nel 2000, 2003 e 2006) e di trionfi emozionanti e inaspettati, come l’uno-due di Berger e Alboreto nell’88, pochi giorni dopo la morte di Enzo Ferrari, in una stagione dominata da Senna.
Rimane la fredda speranza dei numeri: la McLaren ha 23 punti di vantaggio nella classifica dei costruttori mentre Hamilton è 18 lunghezze davanti a Raikkonen, quando mancano ancora quattro Gp alla fine. Nessuno si illude: o il Consiglio mondiale della Fia giovedì prossimo a Parigi cambia la partita o il finale di stagione rimane un affare privato anglospagnolo.
Era persino cominciata bene ieri pomeriggio. Bastava guardare Hamilton sulla griglia di partenza per capire che almeno su un punto le rosse sono superiori: il sistema di partenza. L’inglesino si schiera leggermente di traverso, il muso puntato verso il lato migliore della pista. Così facendo spera di chiudere la strada a Massa, che è bravo a evitare la trappola. I due arrivano affiancati alla prima curva: la Ferrari tocca la McLaren, che sbanda, taglia la chicane e recupera la posizione.
Gli equilibri sono presto definiti: Alonso, Hamilton, Massa e Raikkonen. Ma un paio di colpi di scena sono ancora in programma. Massa si ritira dopo dieci giri. Il brasiliano tenta il pit stop della disperazione: la macchina si è abbassata, spancia sull’asfalto, è diventata inguidabile. Potrebbe essere una gomma sgonfia, in realtà è l’ammortizzatore posteriore destro che ha ceduto. «Non c’è nessuna relazione con l’incidente di Raikkonen nelle prove libere», chiarisce la Ferrari.
Seconda sorpresa: il pilota finlandese, su cui si concentrano le speranze dei 90 mila tifosi di Monza, fa un solo rifornimento. E’ una strategia coraggiosa. E proficua: finita la giostra dei pit stop, tra Alonso e Hamilton si è intrufolata una Ferrari. Vista la giornataccia, sarebbe una piccola consolazione. Sarebbe. Raikkonen è provato dai dolori al collo, postumi dell’incidente di sabato, e si fa infilare senza opporre resistenza. La sensazione è che non si aspetti l’attacco in quel momento. Hamilton ammetterà: «Avevo tre giri a disposizione per passarlo, perché poi avrei perso il vantaggio delle gomme nuove». Ci riesce dopo due, al primo attacco, una staccata da rallista in fondo al rettilineo principale.
Il box McLaren esplode (si sa, l’ottimo Lewis in squadra gode di un surplus di stima), quello Ferrari ammutolisce. C’è delusione, rassegnazione, il senso della resa. Luca Baldisserri, coordinatore degli ingegneri, ha il volto teso: «Il Mondiale? Ce n’è uno parallelo che non voglio commentare. In pista continueremo a spingere. Abbiamo impostato la gara in un certo modo e per un po’ ha funzionato. Speravamo che i nostri avversari avessero problemi con le gomme, e invece no».
Così Raikkonen a caldo: «Il problema principale era il mio collo e in frenata non riuscivo a tenerlo dritto, ma abbiamo perso perché non eravamo abbastanza veloci. Tutto qui». Uscito dalla riunione con i tecnici, Jean Todt trae le conclusioni: «Quest’anno, oltre ai problemi di affidabilità, soffriamo sui circuiti che richiedono molto grip come Montecarlo e Budapest e su quelli con i cordoli alti tipo Montreal e Monza. A Spa, Shanghai e San Paolo non esistono controindicazioni. Quanto al Fuji, sarà una novità per tutti».
Altro umore quello di Hamilton, malgrado il suo vantaggio su Alonso si sia ridotto a tre punti: «Primo e secondo posto nelle qualifiche, primo e secondo posto in gara. Il team ha fatto un ottimo lavoro. Non sono preoccupato per il buon risultato di Fernando», conclude il leader del Mondiale. Appuntamento domenica a Spa-Francorchamps, passando per Parigi.
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