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I beni di Luciano Pavarotti saranno suddivisi in questo modo: “Il 50% da dividere tra le quattro figlie, il 25% alla moglie e il residuo 25% costituisce la cosiddetta ‘disponibile’, di cui il testatore poteva fare quello che riteneva”. E’ quanto spiegato dal notaio Luciano Buonanno, di Pesaro, al Tg2 sulla divisione dell’eredità del tenore, morto giovedì a Modena.
Il notaio che stilò l’ultimo testamento del grande tenore, il 29 luglio scorso nella villa di Pesaro e che aveva rapporti di conoscenza e professionali con Pavarotti e la prima moglie Adua Veroni, svela parzialmente il “mistero” sul suo contenuto.
Stando alle dichiarazioni, Pavarotti avrebbe deciso di lasciare il 50% dei suoi beni, valutati in oltre 200 milioni di euro tra diritti discografici e ville, alle quattro figlie, Cristina, Lorenza, Giuliana, avute dal primo matrimonio, e Alice, nata dall’unione con la seconda moglie, Nicoletta Mantovani. Un 25% andrebbe alla seconda moglie mentre resta l’incertezza sul restante 25% del patrimonio.
Se quanto detto da un’amica di Pavarotti sui rapporti tesi tra il tenore e la Monatovani fosse vero, e se fosse altrettanto vero che negli ultimi tempi questi si era riavvicinato alla prima moglie Adua Veroni, nulla impedisce di pensare che questa cospicua fetta di eredità spetti proprio a lei. Si tratta infatti della cosidetta erdità “disponibile”, di cui il testatore poteva fare quello che riteneva”.
Secondo i ben informati l’unione con la compagna Nicoletta si era incrinata, facendo pensare a un’imminente separazione, mentre stava rifiorendo l’intesa con le tre figlie avute dal precedente matrimonio. Tutto questo potrebbe aver indotto Pavarotti a rivedere il contenuto delle ultime volontà. Nelle prossime settimane sapremo come verrà divisa la torta.
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