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DOPPIO DI NATALE, L’ITALIA PASSA IN UCRAINA

today13/09/2007

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A ogni trasferta Donadoni estrae un santino. A Kiev gli è uscito dal cassetto la piccola e rustica icona di Antonio Di Natale che ha risolto una situazione esplosiva con due gol, come avevano fatto Inzaghi alle Far Oer e Quagliarella in Lituania: così, di doppietta in doppietta, l’Italia che non piace ha ribaltato la classifica e alla faccia della Francia si è presa il secondo posto nel girone, ancora senza il sapore della grande impresa ma con la concretezza della quarta vittoria fuori casa, che non è poco. Non c’è magia, ci sono i risultati.

Donadoni ieri sera rischiava il posto e la credibilità, con un paio di scelte che lo esponevano alla critica, come sbattere in squadra, al posto di Oddo, Panucci che non ha mai giocato con questo gruppo, e Iaquinta, che vi era stato calamitato nel weekend: la sconfitta avrebbe significato davvero l’ultima spiaggia, per quanto la definizione disturbi il ct, e la vittoria ha rimesso a posto molte cose, tranne forse il rapporto del Dunadun con il mondo. La qualificazione sarà ancora un problema, bisognerà aspettare davvero l’ultima trasferta in Scozia ma Di Natale ha fatto un regalo prezioso al tecnico azzurro: lo ha ripagato della fiducia in una partita delicata, nella quale Del Piero non trovava che un posto in tribuna.

Il 2-1 è stato legittimato dalla ripresa. Il primo tempo degli azzurri invece era più ammuffito dei crostoni con cetrioli e salame venduti nei chioschi dello stadio di Kiev: roba da gastrite. Si cominciava con la punizione di Shevchenko che rischiava di mandare sotto l’Italia dopo cinque minuti e sarebbe stata un’impresa recuperare quel gol contro una squadra forte soprattutto in contropiede. La traversa salvava Buffon e manteneva la Nazionale nel menage impiegatizio, che forse era una scelta, nella convinzione che prima o poi gli ucraini avrebbero regalato l’occasione giusta, come è poi successo: più che una scelta astuta, sembrava però la resa a una condizione abborracciata e alla cronica mancanza di idee di questa squadra. Pirlo camminava per il campo come Amleto tra i fantasmi. Era senza terzini da lanciare sulle fasce nè un appoggio solido in attacco dove Perrotta, al rientro, contava i fili d’erba: non gli abbiamo visto giocare un pallone ispirato come un anno fa al Mondiale. Insomma il povero Pirlo, già malconcio di suo, alzava la testa e trovava soltanto Ambrosini, uno scudiero fedele ma non il massimo se si vuole far partire l’azione. C’era Di Natale e si vedevano le tracce di una prestazione che sarebbe diventata importante. Iaquinta non batteva al volo un suo cross, perdendo l’attimo, lui stesso si accartocciava al 19’ in una conclusione difficile. Attorno, il vuoto.

Per fortuna l’Ucraina gioca con gente veloce ma poco concreta in attacco. Schizzano in quattro o cinque nelle triangolazioni che accompagnano il contropiede (era già così con la Dinamo di Lobanovski) e si perdono nell’ultimo passaggio. Belli da vedere. In qualche modo si arginavano i danni. I pericoli li creava Shevchenko con punizioni siderali, presuntuose ed efficaci: al 24’ Buffon ci metteva i pugni ed era bravo Barzagli ad anticipare per due volte la ribattuta di Gusev. L’Italia era ferma, l’Ucraina inutilmente agitata, la partita spenta, la qualificazione in pericolo. Finchè al 41’ Pirlo, in crescita, trovava un dei suoi lanci in area dove una difesa di Masaniello lasciava a Di Natale, alto un metro e settanta, la conclusione di testa. La palla finiva nell’angolo lontano ed era un prodigio. Il secondo tempo aveva più sostanza. L’Italia teneva meglio il campo, concedeva solo due palle gol a Sheva: la prima (l’unico regalo di Barzagli in una buona partita) la respingeva miracolosamente Buffon, la seconda portava invece al pareggio dell’ex milanista, che tirava una palla rimasta ferma in area. Sembrava la logica conclusione di una partita equilibrata, invece Voronin pasticciava a centrocampo e Ambrosini, con un lampo lucidissimo, ribaltava l’azione lanciando Di Natale verso il contropiede fatale. E ci può stare anche la rima, in una serata così.
LA STAMPA.IT

Written by: admin

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