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FONTANAROSSA, LA CENERE DELL’ETNA COSTA 350 MILIONI

today02/12/2006

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CATANIA – Trecento voli cancellati e danni per 350 mila euro. E’ il primo bilancio dei danni subiti dall’Aeroporto di Catania a causa dell’emergenza Etna, in base alle stime degli operatori aeroportuali. La pioggia di cenere lavica ha imposto il blocco al traffico aereo a dopo il tramonto. Anche oggi, a partire dalle 18, lo scalo è stato chiuso, per l’ottava volta consecutiva. La decisione, rende noto la Società aeroporto Catania, “scaturisce dall’adozione delle procedure atte a garantire la sicurezza della navigazione aerea stante l’attività vulcanica in corso”. L’aeroporto riaprirà domani alle 6.30.

E il presidente dell’Enac, Vito Riggio, questa mattina ai giornalisti ha spiegato che continuerà così, finché non sarà definita con la Protezione civile e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia una mappatura attendibile dello spostamento della cenere, analizzando le quantità che vengono fuori dall’Etna e la componente meteorologica.

Per il sottosegretario ai Trasporti, Raffaele Gentile, del resto, non si può mettere un “tappo all’Etna, bisogna convivere con il fenomeno della pioggia di cenere. I danni economici provocati da questo fenomeno sono rilevantissimi, per cui – spiega – bisogna riuscire a renderlo compatibile con i voli, attraverso la dotazione di infrastrutture radar e altri accorgimenti che permettono di atterrare, e una certa elasticità di orari. In altri termini bisogna convivere con il fenomeno”.

In mattinata una colonna di cenere lavica, mista a gas naturali, si è alzata per circa un chilometro dalla zona del cratere di sud-est, sospinta dal vento in direzione ovest. Alla base del cratere si è aperta una nuova frattura eruttiva, a quota 3.100 metri: il flusso lavico è ben alimentato e ha percorso un centinaio di metri. La nuova colata è stata osservata dagli esperti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania durante un sorvolo del vulcano con un elicottero del dipartimento nazionale della Protezione civile.

Prosegue intanto l’emissione di lava dalla frattura di quota 3 mila metri: il fronte più avanzato si trova nella desertica Valle del Bove, attorno a 1.650 metri di quota. Il tremore nei condotti interni del vulcano, secondo i rilevamenti dell’Ingv di Catania, è stabile, mentre è assente l’attività sismica.

Gli esperti dell’Ingv hanno rilevato che la bocca di quota 2.800 metri continua ad alimentare in modo sostenuto numerosi flussi lavici, la maggior parte dei quali si sovrappone alle colate dei giorni precedenti che si sono raffreddati in superficie. I nuovi fronti si trovano in prossimità dei Monti Centenari, a quota 1.800 metri, dove sono presenti anche diversi fenomeni di ingrottamento e con bocche ‘effimere’. Il fronte più attivo del flusso lavico principale ha percorso circa 100 metri rispetto a ieri.

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Written by: admin

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