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Dal primo gennaio 2007 l’Italia entrerà a far parte del Cosiglio di sicurezza dell’Onu. La promozione, la sesta del nostro Paese nella storia delle Nazioni Unite, arriva come “premio” per la presenza dei 10mila soldati impegnati in missioni di pace nel mondo. L’Italia torna dunque all’Onu come Stato che ha una rilevante influenza di carattere culturale e politico.
La candidatura italiana nasce alla fine del 2003 in una Onu in profonda crisi dopo la radicale spaccatura del Consiglio di Sicurezza sull’Iraq e gli attacchi dell’amministrazione Bush al Palazzo di Vetro.
L’elezione coincide d’altra parte con un momento in cui il profilo internazionale dell’Italia è particolarmente alto. La missione Unifil rafforzata nel Libano meridionale ha avuto, oltre all’obiettivo immediato di fermare la guerra e fare ripartire il processo di pace nella Regione, anche quello di rilanciare le Nazioni Unite e l’Europa come soggetto unitario della politica internazionale.
Ed ecco dunque una ambiziosa agenda programmatica italiana, in cui rientra in primo luogo la riforma del Palazzo di Vetro e dello stesso Consiglio di Sicurezza, entrata in settembre a New York in una “nuova fase” dopo l’iniziativa di rilancio che ha visto protagonisti Prodi e il presidente pakistano Pervez Musharraf.
L’Italia che ha dato un forte appoggio all’elezione del nuovo segretario generale Ban Ki Moon, si presenta all’appuntamento dei Quindici con un impegno rinnovato anche sul Medio Oriente in generale (anche grazie alla presenza dei caschi blu italiani nella missione Unifil rafforzata, il cui comando sul campo passerà nel 2007 a un generale italiano) e sull’Iran in particolare, nazione con cui il nostro Paese è il primo partner commerciale in Europa.
Una volta insediato il primo gennaio, l’Italia sarà il Paese europeo con più mandati nel Consiglio di Sicurezza – sei – davanti a Olanda, Polonia, Belgio, Germania, Norvegia e Spagna. Sotto il profilo finanziario l’Italia contribuisce al bilancio ordinario dell’Onu con una quota pari a quasi al 5% che la colloca al sesto posto nella rosa dei maggiori contribuenti.
Attraverso il sistema delle Nazioni Unite l’Italia finanzia, inoltre, programmi di sviluppo umano sostenibile con prevalente componente sociale. Di particolare rilievo, ancora prima della missione Leonte in Libano, è l’apporto italiano alle operazioni di mantenimento della pace condotte sotto l’egida delle Nazioni Unite a vario titolo da 10mila soldati italiani dalla Bosnia all’Afghanistan, compresi i 2.680 militari italiani impiegati nell’Unifil.
Dopo la prima votazione in Assemblea generale, nella quale l’Italia ha ottenuto 186 voti su un totale di 192, con tre astensioni, entrano nel Consiglio di Sicurezza per il biennio 2007-2008 anche il Belgio, che ha ottenuto 180 voti, il Sudafrica, che ha avuto 186 voti su 192, e l’Indonesia che ne ha ottenuti 158 contro i 28 del Nepal. Come previsto, per il gruppo latinoamericano né il Venezuela né il Guatemala hanno ottenuto i due terzi previsti, pari a 128 voti: il primo ne ha avuti 76 contro i 109 del secondo.
DA TGCOM.IT
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