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ROMA – «Il treno della metropolitana che proveniva da Furio Camillo è partito con i semafori rossi, di solito credo bisogna aspettare il verde ma in questo caso sono sicuro di aver visto il rosso». Lo ha dichiarato Simone Saltarelli, uno dei feriti nell’incidente alla stazione della metropolitana di piazza Vittorio, a Roma. I passeggeri raccontano di uno scontro «pazzesco», di moltissimo fumo e di un terribile impatto. Chi si trovava sulla metropolitana ferma alla stazione di Piazza Vittorio racconta che «il treno si è fermato, poi è ripartito piano e subito dopo l’impatto».
■FORUM: Le testimonianze dei lettori
«ERA ROSSO, MA NON SI FERMAVA» – Più di un testimone ha parlato di semafori rossi. «Stavo andando in Tribunale – ha raccontato Fabiano De Santis, praticante avvocato -. Di solito se non trovo posti a sedere mi metto vicino alla cabina perché mi fa passare meglio il tragitto. Ad un certo punto ho visto delle indicazioni semaforiche rosse, anche se il vetro era un po’ annerito. La cosa più spaventosa è che ho visto con chiarezza una vettura metro ferma davanti a noi a qualche centinaio di metri e che non frenavamo». L’avvocato ha spiegato di «non voler entrare in discorsi di responsabilità perché spetta alla Magistratura. Andavamo alla velocità normale, ho visto molti feriti gravi c’era parecchio fumo ma niente fuoco. Molta gente – ha detto ancora – è rimasta incastrata tra le lamiere, ma i soccorsi sono stati tempestivi».
«PENSAVANO AD UN ATTENTATO» – «C’è stato un impatto violento – ha invece raccontato Andrew Trovaioli, uno dei passeggeri che era a bordo del treno che da piazza Vittorio doveva raggiungere la stazione Termini -. Io ero sul treno che andava verso la stazione Termini. Ho visto che è scattato il semaforo rosso e il treno è andato avanti. Poi c’è stato l’impatto». Trovaioli ha parlato anche di scene raccapriccianti e di panico: «Ho visto alcune persone, subito dopo l’impatto urlare, prigioniere nelle lamiere. Gente che urlava e che pensava fosse un attentato. Sono state scene terribili con persone ferite che chiedevano aiuto».
«LA PAURA NEGLI OCCHI» – «La paura di un attacco terroristico è stata subito tangibile – è invece la testimonianza di Maria Carmela Fiumanò, giornalista dell’agenzia Dire, che si trovava a bordo di uno dei due treni-. Nessuno lo diceva apertamente, ma si leggeva negli occhi delle persone, che velocemente cercavano di scappare da quel tunnel della stazione di piazza Vittorio. Come tutti gli altri passeggeri non sono riuscita a capire la gravità di quello che stava accadendo fino a che il tunnel della metro non è stato invaso dal fumo causato dallo scontro. A quel punto, guardandomi attorno, ho capito meglio: accanto a me erano in molti a tenersi la testa per evitare di perdere sangue. La solidarietà fra noi passeggeri è stata immediata: chi aveva bisogno veniva soccorso, aiutandolo a salire le scale, o tenendo fazzoletti di carta sulle ferite».
«PENSAVAMO A UNA BOMBA» – «Dentro al convoglio la gente non smetteva di urlare: è scoppiata una bomba, è un attentato, adesso moriamo tutti». È questa la testimonianza di Federico, studente universitario, che era nel treno che ha tamponato. «Il treno – ha raccontato lo studente – viaggiava tranquillo poi il terribile impatto. Abbiamo davvero pensato tutti che fosse scoppiata una bomba».
DA CORRIERE.IT
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