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CUFFARO: “PRODI MI FA DIMAGRIRE”

today10/10/2006 3

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PALERMO – “Prodi riuscirà a farmi fare quello che Berlusconi non è stato capace: dimagrire. Farò lo sciopero della fame dentro Palazzo Chigi se la legge finanziaria che penalizza la Sicilia non sarà cambiata”. Il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, intervenuto in aula nella seduta dell’Assemblea regionale siciliana, critica duramente la finanziaria.

“La legge che i due rami del Parlamento si apprestano a esaminare vedrà la Sicilia visibilmente e concretamente penalizzata. Si tratta di scelte che attengono a vari settori della società e dell’economia e che rischiano di provocare un oggettivo danno alle nostre finanze regionali talvolta direttamente, altre volte indirettamente perchè rivolte ad alcuni settori particolari colpiti da decisioni che ne possono rendere più complessa l’attività o lo sviluppo”.

“Il dato più eclatante riguarda come tutti sanno la Sanità – ha osservato – la situazione in cui ci troviamo deriva dalle scelte operate da un altro Governo di centro-sinistra che con l’allora Ministro della Sanità Rosi Bindi elevò la nostra quota di compartecipazione oltre ogni altro limite regionale, portandolo a quel fatidico 42,5% che già in questi anni si è rivelato un vincolo difficile da rispettare, sulla base dell’ipotetica previsione di incremento del nostro Pil che era tutto da verificare”.

Cuffaro ha poi annunciato che giovedì prossimo avrà un incontro con il presidente del consiglio e con altri presidenti delle regioni: “Chiederò alla Conferenza dei presidenti delle Regioni di votare no all’aumento della quota di compartecipazione della Sicilia alla spesa sanitaria. In caso contrario annuncerò l’uscita dalla stessa Conferenza”.

“Oggi – ha proseguito Cuffaro – ci si chiede un ulteriore aumento del 2,5% per i prossimi tre anni (così da giungere alla fatidica soglia del 50%) pari ad una somma in valore assoluto di 300 mila euro per il solo primo anno, che certamente non potrà che aggravare una già difficile situazione. Non possiamo consentire, in ogni caso, che lo Stato addossi per intero il peso della sanità alla Sicilia; esso dovrà, comunque, garantire i livelli minimi dell’assistenza che sono e rimangono a suo carico”.

“Abbiamo già più volte affermato che il nostro piano ‘di rientro’ prevede che si giunga ad una riduzione della quota di compartecipazione fino al 35%, ma non sarà possibile – ha osservato – consolidare alcuna inversione di tendenza se ci si aggiunge una somma così considerevole e per di più dall’oggi al domani. Vorrei evidenziare che non si tratta dell’unico provvedimento in materia sanitaria”.

Cuffaro ha poi parlato di intento “quasi persecutorio del governo Prodi: con una norma apposita, infatti, si decide la soppressione per il 2007 del finanziamento al Centro di Ricerca biotech Rimed sul quale tante speranze abbiamo riposto, soprattutto per i nostri giovani laureati più preparati, senza proporre identico provvedimento per analoghi centri di ricerca posti in altre regioni”.

Altro punto dell’ elenco di doglianze del governatore riguarda il futuro del ponte dello Stretto e della società ad esso connessa. “Si decide in modo perentorio, – ha detto – che essa sia privata del finanziamento statale, prevedendo al contempo il suo allargamento ad altri soggetti e aumentandone a dismisura le finalità, che possono essere svolte anche all’estero. Il risultato finale è presto detto: consentendo in teoria alla società di far molto di più, nei fatti le sarà impedito di fare ciò per cui era stata creata”.

Cuffaro ha evidenziato che “sulle politiche del lavoro il previsto aumento fino al 10% della contribuzione delle aziende per gli apprendisti provocherà un indubbio aumento dei costi per le nostre aziende che, essendo di piccole dimensioni, dovranno far fronte ad oneri contributivi maggiori”.

“Vi sono poi due articoli – ha proseguito – nella Finanziaria che prevedono la chiusura di due Istituti di significativa importanza per la formazione del personale della scuola e della pubblica amministrazione. Il primo è l’Irre (l’Istituto Regionale per la Ricerca Educativa), che svolge da anni in Sicilia un ruolo di assoluto rilievo nella formazione dei docenti delle scuole, le cui funzioni dovranno essere assunte da una Agenzia per la scuola, che farà capo alla Direzione regionale scolastica”.

“L’altro – aggiunge – è la Scuola superiore della pubblica amministrazione di Acireale di cui si prevede la chiusura, malgrado i costi siano irrisori per lo Stato e ben maggiori per la nostra Regione e la cui attività nel settore della formazione pubblica è ben nota e apprezzata in tutta la Regione”.

Il governatore contesta anche “l’imposta di ingresso per i visitatori che scelgono di giungere in Sicilia: un provvedimento certamente punitivo per la nostra regione, di cui è difficile scorgere i vantaggi immediati o indotti”. Ai deputati regionali il presidente della Regione ha lanciato un appello: “Sono certo che questo Parlamento, chiamato in questa particolare circostanza ad esprimere il proprio pensiero saprà in questa particolare circostanza assumere tutte le conseguenti e coerenti decisioni per garantire alla Sicilia tutte le necessarie condizioni per proseguire il suo cammino di sviluppo avviato in questi anni”.
DA LASICILIA.IT

Written by: admin

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