I SOLITI IDIOTI ROVINANO LA FESTA, FERITI TRA LE FORZE DELL’ORDINE
I SOLITI IDIOTI ROVINANO LA FESTA, FERITI TRA LE FORZE DELL'ORDINE
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ROMA – Un militare italiano è morto in un incidente stradale a Kabul e altri due compagni sono rimasti feriti nella stessa circostanza. Nell’incidente, secondo quanto riferiscono al comando del contingente italiano a Kabul, è morto il Caporal maggiore Giuseppe Orlando. Contusi invece in modo non grave il Caporal maggiore Massimo Rizzo e il Caporale Giuseppe Fontana.
L’incidente, riferiscono ad Italfor, è avvenuto alle 23.05 circa ora locale (alle 20.35 ora italiana), durante una normale attività di pattuglia condotta da personale italiano nel distretto di Chahar Asyab, circa 13 km a sud di Kabul. Un veicolo blindato leggero (VBL) ‘Puma’ si è capovolto mentre effettuava una curva a causa di un cedimento del terreno, causando la morte del Caporal maggiore Giuseppe Orlando, che si trovava in posizione di mitragliere.
Tutti i militari coinvolti sono effettivi alla 22/a compagnia alpini del 2° reggimento alpini di Cuneo ed operano in Afghanistan inquadrati nel Battle Group 3, unità di manovra italiana alle dirette dipendenze del Regional Command Capital. Il ragazzo aveva 28 anni ed era originario di Palermo
“Non riusciamo ancora a crederci. Mio fratello era fiero di quello che faceva, amava la divisa e il suo lavoro”. Dice Pietro Orlando, 24 anni, studente alla Facoltà di Economia, fratello di Giuseppe. Giuseppe era in Afghanistan da 5 mesi e sarebbe tornato nella sua caserma a Cuneo, dove lavorava da 5 anni, fra 12 giorni.
La casa di famiglia è in via Corrado Giaquinto 88 a Palermo e lì si trovano i genitori del giovane militare, Paolo e Rita, che sono chiusi nel proprio immenso dolore e non vogliono parlare con alcuno. La madre, secondo le testimonianze di alcuni familiari, continua a ripetere che “Giuseppe non è morto”.
“Lo rivedrò presto”, ripete. Lo zio dell’ alpino morto, Michele Melia, anche lui militare, dice: “Aveva intenzione di fare un viaggio con la fidanzata e poi sarebbe tornato a Palermo dalla sua famiglia. Peppe ci teneva molto al suo lavoro e prima di partire per una missione studiava per mesi le difficoltà della zona in cui sarebbe andato”. Per il militare, infatti, questa non era la prima missione. Era già stato in Bosnia e in Kosovo. “Ci sentivamo spesso – ricorda tra le lacrime il fratello – attraverso internet e ci guardavamo con la webcam e ci scrivevamo ogni giorno sms col cellulare”. Il Comune di Palermo donerà al sepoltura in uno dei cimiteri cittadini.
DA LASICILIA.IT
Written by: admin
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