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«Avrei dovuto avere il coraggio di cambiare»

today03/07/2012 15

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CRACOVIA – Occhi rossi per la nottataccia, il minimo dopo aver visto le streghe a Kiev, e sguardo già proiettato al futuro. Cesare Prandelli, il day after. La sconfitta con la Spagna, forse messa in preventivo vista la scadente (eufemismo) forma fisico-atletica in cui versava la squadra ma certamente inaspettata per le dimensioni che ha assunto, gli resta lì sul groppone. Si vede. Ma il ct prova comunque ad andare oltre. «Abbiamo regalato un sogno. Ma forse non siamo ancora pronti a vincere», è la lucida analisi di Cesare. E continua: «La vittoria avrebbe fatto bene a tutti e magari avrebbe fatto perdere l’equilibrio a tanti altri». Quanto al suo futuro, tutto si è chiarito: «Ci siamo confrontati con la Federazione e i dubbi sono spariti: resto alla guida della nazionale».NOI E LA SPAGNA – Il ct confessa solo un «piccolo rammarico», quello di non aver affrontato la Spagna «con due giorni di riposo in più». Poi colorisce il concetto: «Avrei dovuto dimostrare più coraggio, ma sarebbe stato un mancare di rispetto verso chi ci ha condotto fino alla finale». Frase che va letta in riferimento a quei giocatori schierati in campo a dispetto degli acciacchi (Chiellini su tutti). E comunque «dobbiamo riconoscere la loro grande superiorità».
Dal nostro inviato LUCA GELMINI

CRACOVIA – Occhi rossi per la nottataccia, il minimo dopo aver visto le streghe a Kiev, e sguardo già proiettato al futuro. Cesare Prandelli, il day after. La sconfitta con la Spagna, forse messa in preventivo vista la scadente (eufemismo) forma fisico-atletica in cui versava la squadra ma certamente inaspettata per le dimensioni che ha assunto, gli resta lì sul groppone. Si vede. Ma il ct prova comunque ad andare oltre. «Abbiamo regalato un sogno. Ma forse non siamo ancora pronti a vincere», è la lucida analisi di Cesare. E continua: «La vittoria avrebbe fatto bene a tutti e magari avrebbe fatto perdere l’equilibrio a tanti altri». Quanto al suo futuro, tutto si è chiarito: «Ci siamo confrontati con la Federazione e i dubbi sono spariti: resto alla guida della nazionale».

Prandelli e Abete (Reuters)
NOI E LA SPAGNA – Il ct confessa solo un «piccolo rammarico», quello di non aver affrontato la Spagna «con due giorni di riposo in più». Poi colorisce il concetto: «Avrei dovuto dimostrare più coraggio, ma sarebbe stato un mancare di rispetto verso chi ci ha condotto fino alla finale». Frase che va letta in riferimento a quei giocatori schierati in campo a dispetto degli acciacchi (Chiellini su tutti). E comunque «dobbiamo riconoscere la loro grande superiorità».

Prandelli, ultima conferenza stampa

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ESEMPIO PER IL PAESE – «Siamo stati generosi – è il bilancio del ct accolto da una standing ovation al suo ingresso in sala stampa a Cracovia prima della partenza per Roma -. In questo Europeo abbiamo ricevuto solo complimenti. Siamo stati sempre corretti senza mai creare polemiche». Un esempio per tutti, anche per il Paese. «Siamo un Paese vecchio, con idee vecchie – osserva Prandelli – Noi invece abbiamo avuto il coraggio di cambiare costruendo una nazionale che avesse la mentalità di un club». Già, i club.

POLEMICA CON LA LEGA – Resta sul tavolo la polemica per la poca attenzione (altro eufemismo) che viene dedicata agli azzurri. Nel mirino c’è la Lega. Il discorso di Prandelli si può sintetizzare così: lasciatemi lavorare. «Quando dico che la nazionale non frega a nessuno dico la verità. Bisognerebbe mostrare più sensibilità. Io so fare il mio lavoro ma è difficile farlo se posso allenare solo due tre volte in otto mesi».

ABETE CONTRO TRAVAGLIO – Da registrare anche l’intemerata che il presidente federale Abete indirizza a Marco Travaglio, il giornalista del Fatto: «Non si può tifare contro la nazionale, è una vergogna. Rassicuro Travaglio: non ci sarà alcuna amnistia e chi ha commesso degli errori pagherà».

ARRIVO A FIUMICINO – «Bravi ragazzi, bravi…». È l’incitamento venuto da un migliaio di tifosi che hanno voluto salutare all’aeroporto di Fiumicino il rientro della Nazionale azzurra da Euro2012. Tanti applausi, slogan, anche l’inno di Mameli come riconoscimento dei tifosi per come la squadra si è comportata nel torneo. Balotelli, De Rossi e Buffon tra i più acclamati. Un cordone di sicurezza predisposto da personale della Polizia di Stato ha consentito il transito della comitiva azzurra che deve raggiungere il Quirinale per essere ricevuta dal presidente Napolitano. Numerosi gli addetti aeroportuali che non si sono fatti sfuggire l’occasione per fare qualche fotografia.

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