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POZNAN – Altro che biscottone indigesto, cioccolatini. Prelibati e ripieni dei quarti di finale. Alla presenza in tribuna di mon chéri Platini e lì che l’Italia approda nell’attesa ora di capire se a Kiev affronterà Francia, Inghilterra o, ipotesi più remota, l’Ucraina. Passiamo da secondi, dietro la Spagna che alla faccia dei sospetti e dei veleni ha sconfitto la Croazia.
Contro l’Irlanda del Trap la partenza è da incubo e il finale da brividi. Nel mezzo la nazionale di Cesare Prandelli fa quello che le compete: battere la squadra materasso del girone (9 gol subìti in tre partite), valorizzare l’estro di Cassano (premiato come migliore in campo) e ritrovare finalmente Balotelli (rete da applausi e vaffa in diretta strozzato in gola).
SI TORNA ALL’ANTICO – Partita di cuore e di nervi, così l’ha preparata il ct. Rinnegato il terzetto, si torna a 4 in difesa: in mezzo all’area con Chiellini c’è Barzagli (titolare a 17 giorni dall’infortunio), più Abate e Balzaretti a spingere sulle fasce. Il jolly De Rossi avanza a centrocampo mentre l’attacco ruota attorno alla fantasia del tandem Totò Cassano-Totò Di Natale. Toto’ al quadrato. Balotelli, i suoi guai al ginocchio e i suoi pensieri riposano in panchina. In due parole, si parte con il vecchio e collaudato rombo.
PARTENZA CHOC – Caldo africano che neanche l’anticiclone Scipione, tifosi azzurri relegati in uno spicchio di uno stadio «total green». Il clima di partenza non è dei più amichevoli, (anche se i seguaci del Trap si guardano bene dal fischiare l’inno di Mameli). Poi peggiora. Le percussioni irlandesi costringono subito Buffon a uscite non convenzionali. Paradossalmente i piccoletti di Prandelli fanno quello per cui non sono portati: cross dal fondo e mischie in area. Reparti slegati, Pirlo che gira a vuoto, gli esterni (Abate e Balzaretti) che non ne azzeccano una. Insomma, una pena. Per ritmo (blando) e personalità (latitante) sembra di rivivere la partita con la Slovacchia del mondiale 2010. Meno male che i Verdi sbagliano il tempo dei passaggi altrimenti al 23’ in contropiede si presenterebbero soli davanti a Buffon.
CASSANO, DIECI GOL – Quando l’Italia sembra già con un piede sull’aereo verso casa succede di tutto. Il primo a tirarci fuori dalla buca è Di Natale. Un guizzo (girata da dentro l’area che sbatte su un avversario) dopo 30’ minuti da incubo. Non è una fiammata ma è qualcosa di più. Ci pensa l’altro Totò, Cassano, a incendiare il match. In un amen tiro da fuori che Given respinge goffamente e sul successivo angolo battuto da Pirlo rete di testa ad anticipare Andrews. Decima perla in azzurro, lui che nell’ultima e pirotecnica conferenza stampa aveva detto «di non interessarsi ai gol ma agli assist».IL RITORNO DI SUPERMARIO – Nessun cambio nell’intervallo e la foga irlandese dei primi 45’ minuti è svanita. Al 49’ il solito Cassano calcia addosso a Dunne, detto «l’armadio» e perno di una difesa che l’attacco azzurro ormai smonta e rimonta come fosse un pezzo dell’Ikea. Ma prima bisogna passare indenni l’ora di gioco, il «Rubicone prandelliano». Quando cioè arriva il calo fisico. Al 56’ Chiellini esce per infortunio, dolore alla coscia sinistra e sguardo che preoccupa. Gli subentra Bonucci. Poi Cassano lascia il posto a Diamanti, al debutto nel torneo. Entra anche Balotelli, fischiato dagli irlandesi, proprio nella fase più nervosa del match. Buffon viene ammonito per proteste, Andrews di lì a poco verrà espulso. SuperMario resta invece lucidissimo e al 90’ in mezza rovesciata fa un gol capolavoro. Non esulta, come d’abitudine, e sta per urlare al mondo la sua rabbia quando Bonucci lo abbraccia e gli tappa, letteralmente, la bocca. Poi scatta la festa. Ma solo quando da Danzica arriva la conferma finale dell’1 a 0 della Spagna (con l’1-1 saremmo stati eliminati). Tutti in campo, baci e abbracci. Persino Balotelli concede alle telecamere un sorrisone. Si prende l’aereo, ma per l’Ucraina.
Luca Gelmini
CORRIERE.IT
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