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Carla Bruni come Sakineh, merita anche lei di morire: i titoli di Kayhan, giornale ultraconservatore iraniano, scatenano una guerra diplomatica fra Parigi e Teheran.
“Prostituta” era stata definita la premiere dame, rea di aver difeso la condannata alla lapidazione, da Kayhan, che oggi ha ripetuto l’epiteto aggiungendo una ciliegina sulla torta, “italiana”. La reazione, per ora affidata a Bernard Valero, portavoce del ministero degli Esteri, è stata netta: “inaccettabile”. Ed è arrivata puntuale, senza tenere conto del fatto che il collega iraniano di Valero, Ramin Mehmanparast, aveva fatto sapere – molto cautamente per la verità – che “la Repubblica islamica non approva l’insulto contro i responsabili di altri paesi”, invitando i media a “fare attenzione”.”Inaccettabili” per il Quai d’Orsay, “orrende” per il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, le parole del quotidiano sono dirette contro la premiere dame ma nell’insieme contro l’Occidente e i suoi valori. Kayhan, che per la prima volta ha definito sabato scorso “prostituta” la moglie di Sarkozy, spiega oggi anche il motivo per il quale si deve respingere “l’indignazione di questa prostituta italiana” per la condanna a morte di Sakineh: “l’esame degli antecedenti di Carla Bruni mostra chiaramente perché questa donna immorale ha sostenuto una donna iraniana e infatti merita anche lei la morte”.
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