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MILANO – Non è ancora fatta ma l’Inter può davvero sperare di tornare a giocare una finale di Champions dopo 38 anni. Dopo 90′ di grande calcio, i nerazzurri battono per 3-1 il Barcellona campione d’Europa: non è Lionel Messi il protagonista della serata ma Diego Milito che entra di diritto tra i migliori giocatori d’Europa mentre Josè Mourinho non ha più bisogno di conferme per essere considerato uno dei migliori allenatori del mondo. Va in svantaggio l’Inter, ma ha la forza e il carattere per ribaltare completamente una partita in cui mostra tutte le sue doti migliori e che anche la sceneggiata finale di Mario Balotelli non può rovinare. Entrato nel finale, il giovane attaccante prende qualche fischio dopo una conclusione da lontano e poi lancia per terra la maglietta quando il pessimo arbitro Benquerenca fischia la fine di una gara che resterà nella storia dell’Inter e degli 80mila del Meazza.
SOFFERENZA E FESTA – È il pubblico a dare sempre una grande spinta a una squadra che prima soffre, poi prende in mano la partita e poi resiste all’assalto finale degli spagnoli che possono recriminare per il gol in leggero fuorigioco di Milito e per un’entrata a forbice di Sneijder su Dani Alves nell’area nerazzurra che Benquerenca giudica all’incontrario, ammonendo per simulazione il difensore brasiliano invece che concedere il rigore. Ma è la notte di Josè Mourinho che crede nella sua Inter offensiva e fa giocare gli stessi uomini che hanno espugnato Stamford Bridge. L’atteggiamento della sua squadra è quello giusto ed è quello che ci vuole contro un Barcellona messo in campo con lo stesso 4-2-3-1 utilizzato dai nerazzurri anche se con una filosofia ben diversa. Tanto gli interisti cercano di lanciare in verticale le punte, tanto Xavi e compagni tengono palla fino allo sfinimento cercando con calma e pazienza lo spazio giusto per far male. Anche le due difese hanno atteggiamenti ben diversi e quella blaugrana deve solo ringraziare Josè Manuel Silva Cardinal, assistente di Benquerenca, se al 10′ Milito non può sfruttare un’occasione colossale e viene fermato per un fuorigioco inesistente. Puyol e Piquè giocano infatti molto alti e non sempre la tattica funziona, mentre Samuel e Lucio stanno ben chiusi su Ibrahimovic, fischiatissimo e molto fuori dalla partita. Non è lui l’ex che fa male ma Maxwell, decisamente meno atteso ma molto più ispirato dello svedese: al 19′ il brasiliano se ne va sulla fascia senza che nessuno lo degni di uno sguardo e così può crossare comodamente per Pedro che da centro area, supera Julio Cesar. Non c’è solo Messi, infatti, nel Barcellona ma anche questo giovane spagnolo che, anche lui meno atteso ma ben più efficace del suo ben più famoso compagno, porta la sua squadra in vantaggio. Potrebbe essere l’inizio della fine, la prima pagina di un copione già scritto e invece proprio dallo svantaggio l’Inter costruisce la sua grande serata.
L’INTER RIPARTE – Nessun contraccolpo psicologico, nessuna resa, anzi: il carattere che Josè Mourinho è riuscito a dare ai suoi giocatori li porta a ribaltare la partita. Milito al 27′ sbaglia un gol che ha fatto e rifatto in stagione anche a occhi chiusi ma è il suo unico errore della serata. Da quel momento in poi, dai suoi piedi parte tutto l’attacco dell’Inter e lo score dell’argentino, alla fine, sarà di un gol e due assist. Il primo è per Sneijder che alla mezz’ora riporta la partita in parità e poco importa se il Barcellona chiuda il primo tempo con il 64% di possesso palla perchè la sensazione è che l’Inter sia assolutamente in grado di prendersi la partita. E così è dopo l’intervallo perchè la ripresa dei nerazzurri è un capolavoro che Massimo Moratti non dimenticherà tanto facilmente: al 3′ Milito se ne va sulla destra e trova Maicon che come un treno arriva in area, resiste a Keita, e mette in rete. Non è finita perchè l’altro assistente di Benquerenca ridà a Milito ciò che il suo collega gli aveva tolto e convalida il suo gol di testa al 16′ in leggero fuorigioco. Le buone notizie per Mourinho arrivano anche dall’ammonizione del diffidato Puyol che dovrà saltare il ritorno e da due grandi parate di Julio Cesar su Messi e Busquets che ne sanciscono il ritorno al suo llvello migliore. Guardiola ne ha abbastanza di Ibrahimovic e lo toglie dopo un’ora di calcio lontano anni luce da quello fatto vedere nei suoi tre anni all’Inter ma l’assalto finale dei suoi uomini non porta a nulla e così l’Inter può andare al Camp Nou a difendere un ottimo 3-1 e a prendersi una finale tanto attesa.
I COMMENTI – Dopo l’imprese, il tecnico Josè Mourinho osserva che «anche se non andremo alla finale di Madrid torneremo a casa con la testa molto alta. Se l’Inter non vincerà quest’anno lo farà il prossimo: non è più una squadra piccolina per l’Europa». La festa interista è macchiata dal «vaffa» rivolto al pubblico da Balotelli prima di gettare interra la maglia. Potrebbe essere la rottura definitiva con il popolo nerazzurro. Di certo ha fatto arrabbiare qualche compagno, con cui Balotelli avrebbe avuto un duro confronto in spogliatoio. «Nel tunnel Materazzi ha attaccato Mario come mai avevo visto in vita mia», racconta l’ex nerazzurro Zlatan Ibrahimovic: «Voleva matarlo». «È stata una cosa brutta, nella seconda partita più importante del calcio europeo – commenta Mourinho -. Vorrei che il pubblico sostenesse la squadra fino alla fine ma capisco, perché tutti hanno dato tutto in campo mentre Mario ha avuto quell’atteggiamento: tutti da due anni dicono che è normale, e c’è uno stupido allenatore che dice il contrario». Tornando al calcio giocato, ecco Milito: «Ci aspettano 90′ durissimi, andiamo a Barcellona più tranquilli, ma non dobbiamo mollare». Non molla Pep Guardiola. «L’1-3 è un risultato che si può rimontare», osserva il tecnico catalano, che per la prima volta in Champions ha subito tre reti e ha perso con due di scarto: «Sono cose che possono succedere, ci vediamo settimana prossima a Barcellona e speriamo di fare meglio». (Fonte Ansa)
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