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Alla Roma il Derby della Capitale

today19/04/2010

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MILANO – Giornata importante a quattro gare dalla fine del campionato. Derby e primato con sofferenza per la Roma nel derby con la Lazio (2-1). La Sampdoria ha spento i sogni di scudetto del Milan battendo i rossoneri per 2-1 nel match più importante nel programma pomeridiano della 34.ma giornata di Serie A. La Samp, trascinata in rimonta dalla coppia gol Antonio Cassano-Giampaolo Pazzini, è quarta con due punti sul Palermo, riuscito a pareggiare 2-2 a Cagliari dopo essersi trovato sotto di due gol. La Fiorentina sconfitta a Bergamo (2-1) vede allontanarsi l’Europa. Nell’altro anticipo di sabato, il Chievo vince e ipoteca la salvezza battendo 2-0 il Livorno. Decisivi i gol di Pellissier nel primo tempo e Abbruscato nel finale.

LAZIO-ROMA 1-2 – I giallorossi battono la Lazio in rimonta grazie alla doppietta di Vucinic. Sul ko dei biancocelesti, in vantaggio con Rocchi, pesa il rigore fallito da Floccari in apertura di ripresa sull’1-0 per la Lazio. Poi, all’8′ il pari di Vucinic che non sbaglia dal dischetto e che, al 18′, sigla il 2-1 su punizione. Finisce così un derby più che mai sentito per gli obiettivi opposti delle due squadre: la Roma per lo scudetto, la Lazio per la salvezza. Nel pre-partita qualche tafferuglio. Nulla di grave e attenzione al campo. Reja si affida al 3-5-2 e alla coppia Floccari-Rocchi con Zarate in panchina. Ranieri risponde con il 4-3-1-2, nell’11 iniziale c’è Totti e il tandem Vucinic-Toni. Lazio, compatta, ben messa in campo e al 14′ in vantaggio con Rocchi che sfrutta l’assist di Ledesma e con un bel piatto destro batte Julio Sergio. Roma costretta ad inseguire, ma la Lazio non concede nulla, va al tiro con Floccari e torna negli spogliatoi con un vantaggio più che meritato. Nella ripresa Ranieri sorprende tutti: fuori De Rossi e Totti, dentro Taddei e Menez. Dopo pochi secondi Cassetti atterra Kolarov, per Tagliavento è rigore: sul dischetto va Floccari che calcia male e si fa respingere il tiro. Dal possibile 2-0 all’1-1, Kolarov commette fallo su Taddei, rigore. Vucinic non sbaglia e firma l’1-1. La Lazio non ci sta, pericolosi Rocchi e Kolarov, ma al 18′ la Roma si porta sul 2-1 ancora con Vucinic che questa volta batte Muslera con una gran punizione di destro. I biancocelesti accusano il colpo e rischiano il tracollo. Reja inserisce Zarate e passa al tridente e la reazione arriva, ma la Roma controlla bene. Al 91′ espulso Ledesma, finisce 2-1 per i giallorossi (con tanto di piccola rissa a centrocampo) che vincono il derby ed effettuano il controsorpasso sull’Inter, tornando in testa (+1 con 4 gare da giocare). Per la Lazio brutto ko, adesso l’Atalanta, terz’ultima, è ad appena tre punti.

VUCINIC – «Vincere il derby per me, e per tutti, penso sia la cosa più bella che esista nel calcio. Poi, è venuta con i miei gol, sono ancora più contento». Mirko Vucinic non nasconde la gioia per la doppietta che ha regalato ai giallorossi i tre punti nella stracittadina e la testa della classifica. Determinante nella sfida è stata la parata di Julio Sergio sul rigore di Floccari, che avrebbe portato la Lazio sul 2-0. «Tanto, moltissimo, perché‚ se andavamo sul 2-0, non so come andava a finire – dice il montenegrino ai microfoni di Sky -. La cosa più importante è che abbiamo vinto». Quanto ai suoi gol «pesano tanto. L’Inter venerdì ha vinto, noi eravamo da due giorni sotto pressione, non era facile, perché‚ non siamo abituati a stare lassù. Però, penso che stasera abbiamo dato una grande dimostrazione di essere una grande squadra».

REJA: TOTTI DA 10 GIORNATE STOP – È un Edy Reja arrabbiatissimo quello del dopo derby. Parlando dell’accenno di rissa al termine del fischio finale, provocato da un tentativo di sgambetto di Radu a Perrotta che correva verso la curva sud, Reja ha detto che «mi dispiace per quello che è successo alla fine, perché Totti è un giocatore importante e deve evitare certi gesti. Merita dieci giornate di squalifica». Il riferimento è al gesto ripetuto dal capitano romanista, che lo aveva fatto anche dopo il derby d’andata (1-0 con rete di Cassetti): il capitano è corso verso i suoi tifosi facendo il gesto dei pollici all’ingiù, come a volersi augurare la caduta della Lazio in serie B. «Ditemi voi se fare quelle cose è da sportivo – dice ancora Reja -. I miei giocatori hanno reagito, sbagliando, per quello e adesso pagheremo probabilmente con delle squalifiche. Mi auguro di no, ma qualcosa sul campo è successo».

TOTTI: ERA RISPOSTA A «SEI FINITO» DI BARONIO – I pollici all’ingiù di Francesco Totti? Sono stati la risposta ad una frase dalla panchina di Roberto Baronio (capitano laziale all’andata) che gli avrebbe fatto lo stesso gesto subito dopo la fine del derby dicendogli anche «sei finito». Baronio, secondo quanto riferisce l’entourage di Totti (e lo confermano anche testimoni a bordo a campo), avrebbe provocato la reazione del numero 10 romanista, che a quel punto si sarebbe rivolto alla tifoseria laziale, anche se il gesto lo ha fatto sotto la curva sud, per far godere ancora di più i romanisti. Fra Totti e Baronio c’erano state scintille anche alla fine del derby di andata, e successivamente Totti aveva chiesto scusa a Baronio. Poi a tarda serata Totti precisa dal suo sito: «Chiedo scusa se qualcuno può essere stato toccato dal mio modo di gioire: mi sono lasciato travolgere dall’atmosfera caldissima del trionfo, non volevo comunque offendere nessuno».

SAMPDORIA-MILAN 2-1 – La Sampdoria stende il Milan, spegne i sogni rossoneri di scudetto e vola verso la Champions League. I blucerchiati vincono 2-1 con la preziosissima rimonta firmata dai «gemelli» Cassano e Pazzini: con 57 punti, la formazione di Del Neri è sola al quarto posto. Il passo falso taglia fuori il Milan dalla volata per il tricolore: la vetta è ormai lontanissima. I verdetti maturano al termine di un match che la Samp comincia con aggressività, schiacciando gli avversari nella propria metà campo. I rossoneri mettono la testa fuori dal guscio dopo un quarto d’ora abbondante e si rendono pericolosi con Seedorf. L’olandese prova da 25 metri, sinistro fuori di poco. E perfetta, al 20′, la mira di Borriello. Il centravanti salta quasi indisturbato sul corner calciato da destra, colpo di testa e palla nel sacco: 1-0. Il Milan avrebbe a disposizione subito il colpo del ko ma spreca una chance colossale. Borriello dribbla anche Storari e offre a Mancini un assist d’oro: il brasiliano, però, spedisce in curva. La Samp, dopo qualche minuto di sbandamento, prova a riprendere le redini del match. I blucerchiati si affidano all’estro di Cassano che al 37′ si esibisce in una girata da pochi metri: Dida devia. Il portiere brasiliano deve volare per deviare un insidioso colpo di testa di Lucchini. Il forcing prosegue e il Milan rischia ancora: altra capocciata, stavolta di Cassano, e pallone alto di un soffio. Il fortino degli ospiti crolla al 53′ quando Cassano, sempre lui, si procura un rigore solare: Bonera espulso, penalty trasformato e 1-1. In inferiorità numerica, al 66′ il Milan si procura una nitida occasione per tornare in vantaggio. Ronaldinho fugge a sinistra e serve Gattuso: Storari respinge la conclusione del centrocampista. Al 70′ nuova perla di Ronaldinho, che stavolta spalanca la porta doriana davanti a Borriello: il centravanti sciupa con un inguardabile destro. Lo show del numero 80 del Milan prosegue al 75′ con una conclusione dal limite: palo sfiorato. L’uomo in più paradossalmente si rivela un handicap per la Sampdoria. I padroni di casa sono la copia sbiadita della squadra vista nel primo tempo e per tornare ad impensierire Dida, all’83’, serve un rasoterra di Ziegler da 30 metri: troppo poco. Il portiere del Milan rischia di combinare un patatrac all’89’ con una sgangherata uscita: il pallone sta per rotolare in rete, ma l’estremo difensore rimedia. Dida rimane immobile invece al 92′, quando Pazzini decolla e incorna: 2-1, la Samp vede l’Europa che conta.

ATALANTA -FIORENTINA 2-1 – Una bella Atalanta batte la Fiorentina e conquista la quarta vittoria di fila in casa. Le reti di Ferreira Pinto e Tiribocchi accendono le speranze nerazzurre, ora a due punti dal quartultimo posto occupato dal Bologna, mentre i viola, in gol con Montolivo, sono alla terza gara senza successi e vedono allontanarsi l’Europa. I bergamaschi sono passati in vantaggio al 6’ con Ferreira Pinto e hanno raddoppiato al 69’ con Simone Tiribocchi. I viola hanno accorciato le distanze al 75’ con Riccardo Montolivo.

PARMA-GENOA 2-3 – Il Genoa viola il Tardini. Rossoblù in gol grazie alla doppietta di Rodgrigo Palacio (33’ e 51’). Al 59’ i ducali accorciano con Christian Zaccardo e poi trovano il pari al 62’ grazie ad un autogol di Salvatore Bocchetti. Al 72’ Genoa di nuovo avanti con Ivan Fatic. Vittoria che permette alla squadra di Gian Piero Gasperini di restare in corsa ad un posto per l’Europa: i rossoblù sono ottavi con 48 punti, a -3 dalla Juventus (sconfitta venerdì 2-0 dall’Inter) e a -4 dal sesto posto del Napoli (2-1 a Bari). Il Parma è invece scavalcato, fermo a quota 46 sempre appaiato alla Fiorentina (sconfitta 2-1 in casa dell’Atalanta)

BARI-NAPOLI 1-2 – Senza i gol di Pazzini ed Hernandez il pomeriggio del Napoli avrebbe avuto altro sapore: ma la Samp e il Palermo hanno raddrizzato i rispettivi risultati e allora la vittoria in casa del Bari (comunque pesantissima) va un po’ ridimensionata in ottica Champions. Vittoria importante e meritata quella degli uomini di Mazzarri: ci pensa Lavezzi, con una splendida doppietta, a regalare ai suoi un successo esterno che mancava dallo scorso 24 gennaio. Sbancato il San Nicola, che solo nel finale (Almiron a un quarto d’ora dalla fine) ha sperato nel pari. Scatenato Lavezzi: un gol per tempo, splendido il primo (bolide da 25 metri), da attaccante di razza il secondo. Il Napoli spinge bene sulle fasce, presidiate da Campagnaro e Zuniga: l’ex doriano protagonista di una bella azione al 10′, dribbling su Parisi e tiro-cross, poi il pallone finisce a Zuniga che preferisce calciare. Ci pensa poi Gillet a impedire ad Hamsik di portare avanti il Napoli. Ventura ha otto assenti: Barreto gioca con Castillo in attacco. De Sanctis non corre rischi. Il Napoli si fa preferire, ma crea poco: ci vuole un’invenzione, la trova Lavezzi. Al 28′, il Pocho indovina una splendida traiettoria da circa 25 metri e per Gillet non c’è nulla da fare. Il Bari non punge, anche dopo l’intervallo, che si apre con il botta e risposta tra Denis (alto) e Allegretti (para De Sanctis). Al 12′ il raddoppio azzurro. Percussione centrale di Zuniga, un contrasto con Gazzi lancia Lavezzi e l’argentino, freddissimo, batte nuovamente Gillet. Ventura cambia, dentro anche Almiron, che alla mezz’ora rimette in discussione il risultato: splendido colpo di testa su cross di Alvarez. Il Napoli si spaventa un pò. E rischia grosso qualche istante dopo, con Sforzini che arriva in ritardo di un soffio su uno splendido invito di Almiron. Poi Mazzarri si chiude e porta a casa i tre punti. E può continuare a sperare.

CAGLIARI- PALERMO 2-2 – Il Cagliari avanti di due reti si fa raggiungere nel finale e il «derby delle isole» con il Palermo finisce 2-2. I sardi buttano alle ortiche una vittoria che manca da dieci partite. Il Palermo, invece, evita uno stop pesante in chiave Champions proprio in extremis. La formazione di Delio Rossi, però, continua ad avere due velocità tra i match giocati in casa e quelli in trasferta, anche se nel secondo tempo schiaccia il Cagliari indietro, complice soprattutto l’inserimento di Fabrizio Miccoli, lasciato discutibilmente fuori nella formazione iniziale. Sicuramente da elogiare il carattere del Palermo che si dimostra squadra che non molla mai, mentre il Cagliari si mangia le mani visto che era in vantaggio fino al 44′. Il Cagliari attacca di più e propone diversi cambi di gioco che mettono in difficoltà i rosanero. Il Palermo va vicino al gol al 27′ con Goian che colpisce di testa la traversa, ma sul ribaltamento di fronte il Cagliari passa in vantaggio; bravo e fortunato Cossu che conclude al volo su assist di Lazzari, ma sulla traiettoia c’è Migliaccio che con la sua deviazione spiazza Sirigu. Il Cagliari, spinto dal gol, si mantiene in avanti e potrebbe raddoppiare subito dopo con un colpo di testa di Nenè. Non c’è pressing da parte dei giocatori del Palermo sui portatori di palla avversari e il Cagliari resta padrone della situazione e manca il raddoppio con Cossu in contropiede. Tuttavia prima della conclusione del tempo è il Palermo a sfiorare il pari con un nuovo colpo di testa di Goian, respinto sulla linea da Marchetti con un grande intervento. Ripresa interessante nella parte finale: al 42′ il Cagliari raddoppia in contropiede con Jeda che avanza verso la porta entra in area e infila Sirigu. Al 44′ il Palermo accorcia le distanze grazie a Miccoli che da distanza ravvicinata non fallisce. Al 45′ Budan appena entrato prova a sorprendere Marchetti con un colpo di di testa, miracolo del portiere. Dall’altra parte Matri sfiora il gol con il destro che viene respinto con i piedi da Sirigu. Al 48′ punizione di Miccoli e colpo di testa di Budan che colpisce la traversa. Al 50′ il Palermo pareggia all’ultima giocata del match con Abel Hernandez che di testa supera Marchetti.

CATANIA-SIENA 2-2 – Per il Catania un piccolo passo verso una salvezza ormai praticamente acquisita, per il Siena un’occasione persa per accorciare le distanze sul Bologna che occupa la quart’ultima posizione. È la doppia lettura del 2-2 del Massimino tra gli etnei e i toscani, che restano a sei punti dalla salvezza quando mancano quattro partite alla fine del campionato. Nel tridente d’avvio di Mihajlovic non c’è Mascara (squalificato), al suo posto Morimoto. Malesani punta invece su Larrondo, ariete centrale accanto a cui operano Maccarone e Ghezzal. Dopo una iniziale intraprendenza del Siena, il Catania prende subito il comando delle operazioni con la velocità di Morimoto e i guizzi di Maxi Lopez che alla prima occasione non lascia scampo a una distratta difesa senese: pallone vagante in area e Malagò perde di vista l’attaccante rossazzurro che trafigge Curci con un potente destro sotto la traversa. I toscani sono sotto shock e ogni azione offensiva del Catania si trasforma in un calvario per Rosi e compagni. La squadra di Malesani si fa viva al 20′, con un palo colpito da Malagò dopo un colpo di testa su calcio d’angolo. È solo un break perchè Ricchiuti, dall’altro lato, fa ciò che vuole gettando il panico nella retroguardia ospite e così al termine dei 45 minuti l’1-0 può addirittura stare stretto agli etnei. In avvio di ripresa succede di tutto: dal pareggio di Maccarone, bravo a superare Andujar con un colpo di testa nel cuore dell’area etnea, all’immediato 2-1 di Biagianti con un bel diagonale. A questo punto il Catania ha l’occasione per chiudere il match ma Maxi Lopez si fa parare il calcio di rigore concesso da Gava per un fallo di Ghezzal sullo stesso argentino. Il Siena prende coraggio, alza il baricentro e al 24′ riesce a pareggiare i conti: corta respinta della difesa siciliana e il destro da fuori area di Vergassola (4° centro stagionale), deviato da un difensore, finisce alle spalle di Andujar. Il Siena ci prova fino alla fine ma idee ed energie scarseggiano e così finisce 2-2.

UDINESE-BOLOGNA 1-1 – Alla fine ci pensa il Totò nazionale e per l’Udinese è pareggio. Un punto che la spinge verso una salvezza ancora non certa, ma comunque vicina. Il Bologna, passato in vantaggio con una autorete di Zapata, si limita a controllare la gara senza osare nulla. Anche per la squadra di Colomba alla fine è un punticino utile nella corsa per non retrocedere in attesa della gara verità con l’Atalanta del 2 maggio. Insomma al Friuli fanno tutto i friulani. Prima portano in vantaggio il Bologna e poi, dopo un secondo tempo tutto nella metà campo avversaria, trovano il gol del pari con il solito Di Natale arrivato a quota 24. In mezzo tante buone intenzioni, ma pochissime occasioni da gol da una parte e dall’altra. Nella ripresa il Bologna non è mai arrivato ad impensierire Handanovic, ma anche l’Udinese ha preso possesso del campo solo con l’innesto di Pepe e con un gioco più veloce sulle ali. La sconfitta era già nell’aria quando ecco l’azione che ti cambia la vita: Corradi prende palla e allunga ad Asamoah sulla fascia sinistra: cross al centro per l’accorrente Totò Di Natale che non sbaglia. Pronti via e il Bologna passa. È Zapata ad intervenire in modo scoordinato su un angolo di Adailton e a mettere alle spalle di un incolpevole Handanovic.

RILANCIO NERAZZURRO – E torniamo al derby d’Italia. «E’ stata un’altra brutta botta». Parola di Zaccheroni, che ora si ripromette di risollevare il morale della squadra, «per l’ennesima volta». La Juve ci ha provato a San Siro ma un eurogol di Maicon e il sigillo di Eto’o rispediscono l’Inter in testa alla classifica in attesa del derby di Roma: è finita 2-0 per i nerazzurri di Mourinho, che riescono ad avere la meglio su una formazione bianconera in dieci dal 37′ (doppio giallo a Sissoko) ma capace di fornire una delle prestazioni migliori degli ultimi tempi. Questa sconfitta, però, fa male in prospettiva quarto posto mentre l’Inter torna a guardare tutti dall’alto costringendo la Roma a vincere se vuole riconquistare la vetta. Mourinho non fa turnover, Zanetti (500 gare in serie A) gioca largo a sinistra sulla linea dei difensori mentre Pandev è preferito a Balotelli per affiancare Sneijder ed Etòo a supporto di Milito. Zaccheroni rispolvera il rombo: fuori Camoranesi, centrocampo con Marchisio, Melo e Sissoko e Diego alle spalle di Del Piero e Iaquinta, che vince il ballottaggio con Amauri. Buona partenza dei bianconeri, che nei primi minuti vanno al tiro in più di un’occasione, anche se solo una insidiosa, quella da fuori di Del Piero che trova la respinta coi pugni di Julio Cesar. Ma piano piano l’Inter viene fuori, prende l’iniziativa e comincia a farsi vedere dalle parti di Buffon, bravo al 16′ su una botta dalla distanza di Thiago Motta. La partita si accende e la possibile svolta arriva al 37′ quando Sissoko stende Zanetti e si becca l’inevitabile secondo giallo che lascia i bianconeri in dieci. Zaccheroni cerca di correre ai ripari mettendo Poulsen per Del Piero e all’intervallo si va sullo 0-0. Nella ripresa l’Inter si presenta con Stankovic al posto di Thiago Motta e tra il 9′ e il 12′ i bianconeri tremano due volte, prima con Etòo che si presenta davanti a Buffon ma spara alto e poi con Milito, bravo ad anticipare tutti sul cross di Maicon, con il pallone che sfiora il palo. L’Inter insiste e alla mezz’ora arriva il vantaggio: Maicon si libera con un elegante palleggio di Amauri al limite dell’area e lascia partire un destro sul quale Buffon non può nulla. L’undici di Mourinho si vede negare il raddoppio dall’incrocio dei pali sulla punizione di Balotelli cinque minuti dopo ma al 47′ Eto’o, tutto solo in area, capitalizza l’assist di Muntari e chiude i conti.

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Written by: admin

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