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Roma sogna, l’Inter trema, Milan frena

today29/03/2010

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MILANO – La Roma può sognare, il Milan deve rimettere la voglia di scudetto nel congelatore. Se i giallorossi hanno vinto il big match con l’Inter (2-1), il rossoneri non sono andati oltre l’1-1 nel posticipo di domenica con la Lazio. Nella corsa Champions, alla vittoria di sabato del Palermo rispondono Napoli e Juventus, che agganciano a quota 48, a tre punti dai rosanero, la Sampdoria fermata a Marassi dal Cagliari. I partenopei bissano il successo di giovedì superando di misura il Catania grazie a un gol di Paolo Cannavaro, mentre la Juventus risponde alla dura contestazione sotto l’albergo (lancio di oggetti e schiaffo a Zebina) tornando alla vittoria contro l’Atalanta.

IL POSTICIPO – Si è chiuso 1-1 il posticipo tra Milan e Lazio, e i rossoneri scivolano al terzo posto in classifica, a tre punti di distacco dall’Inter capolista e a due dalla Roma. Occasione mancata dunque per la squadra di Leonardo per restare sulla scia dei nerazzurri, mentre per la Lazio è il terzo risultato utile consecutivo. Le reti nel primo tempo: Borriello su calcio di rigore al 18′ (sanzionato da Tagliavento un intervento di Kolarov su Flamini), ma 14 minuti dopo, al 32′, arriva la replica di Lichtsteiner. Nella ripresa un Milan decimato dagli infortuni ha sfiorato la rete con una grande azione di Antonini al 9′: il terzino ha conquistato palla, è andato avanti e ha sparato colpendo la traversa.
Poi una grossa occasione per la Lazio, con Dias al 24′ che si è mangiato nell’area piccola la palla del 2-1 mettendo alto. Leonardo ha fatto esordire anche il giovane Gianmarco Zigoni (classe 1991, figlio d’arte: suo padre Gianfranco giocò nella Juve), ma il risultato non è più cambiato. Dopo il triplice fischio, il Milan è uscito dal campo sommerso dai fischi dei circa 40 mila spettatori presenti al Meazza che non hanno affatto gradito la prova della squadra di Leonardo. Festa in mezzo al campo invece per i giocatori della Lazio, riuniti intorno al loro allenatore Reja. Che ha perso però il sorriso perché nella baldoria il suo centrocampista Pasquale Foggia gli ha involontariamente rotto gli occhiali.

Milito festeggia il gol del momentaneo pari (Afp)
ROMA – INTER – Il big match della 31esima giornata premia la formazione di Claudio Ranieri, che vince con merito e si prepara ad affrontare la volata tricolore con il morale alle stelle. La nervosa Inter di Josè Mourinho torna a casa con 0 punti, 7 ammonizioni e 2 pali e mezzo. I campioni d’Italia, a 7 gare dalla fine del torneo, fanno i conti con una classifica inimmaginabile fino a un paio di mesi fa. Inter 63 punti, Roma 62 e Milan, impegnato domani con la Lazio, in agguato a 59. Ogni partita diventa fondamentale, ogni errore rischia di essere fatale: lo dimostrano i 90′ dell’Olimpico, che si infiammano proprio per una colossale «papera». L’equilibrio salta al 17′, con la determinante collaborazione di Julio Cesar. Il portiere nerazzurro pasticcia sul debole colpo di testa di Burdisso, De Rossi piomba sul pallone vagante: 1-0. Dalla panchina, Mourinho prova a scuotere i suoi giocatori. I campioni d’Italia incassano il colpo e provano a ripartire. Sneijder e Stankovic provano a spaventare Julio Sergio al 19′ e al 23′ con conclusioni dalla distanza: il portiere giallorosso controlla senza intervenire. Rischia di più al 29′ Julio Cesar: il destro di Vucinic, deviato, si spegne ad un soffio dal palo. Questione di centimetri anche al 32′, quando Riise spara su punizione da 25 metri. L’Inter soffre e fatica ad arginare gli ispirati Vucinic e Menez, capaci di creare qualcosa ogni volta che entrano in possesso di palla. Al 37′ serve un intervento del “vero” Julio Cesar per evitare il raddoppio giallorosso: sassata di Vucinic su punizione, il portiere respinge. Dopo una lunga sofferenza, l’Inter esce dal guscio e fa tremare l’Olimpico. Al 41′ Samuel decolla sul corner proveniente da destra, traversa piena. Il primo tempo ad alta tensione si chiude con le proteste nerazzurre: Milito va giù in area reclamando per una trattenuta di Burdisso, l’arbitro Morganti fa proseguire. L’Inter è una squadra diversa rispetto a quella della prima frazione: adesso la capolista prova a spingere con continuità. La Roma, meno brillante dopo l’intervallo, riesce comunque a rendersi pericolosa. Mourinho getta nella mischia anche Pandev e l’Inter assume un assetto ultra-offensivo. La mossa si rivela azzeccata, o almeno fortunata, visto che al 66′ arriva il pareggio. Snejider comincia e rifinisce l’azione che si conclude con il tocco ravvicinato di Milito: 1-1, ma pesa l’evidente doppio fuorigioco iniziale di Milito e Pandev. Il guardalinee non sbandiera, l’arbitro convalida. Il gol regala ai nerazzurri sicurezza e tranquillità: gli ospiti sembrano pronti ad aggredire il match e, invece, vengono puniti. Un tiro sballato di Taddei si trasforma in un assist al bacio per Toni: rasoterra vincente, 2-1 al 73′. Prima del 90′ i giallorossi reclamano un rigore evidente per l’atterramento di Brighi ad opera di Julio Cesar: Morganti ammonisce il romanista per simulazione. I brividi non sono finiti, perché ci sono anche 5 minuti di recupero. Al 94′, Milito ha a disposizione una palla d’oro: sinistro a colpo sicuro, palo pieno. La Roma fa festa e sogna, l’Inter va k.o. e trema.

PALERMO- Nell’altro anticipo il Palermo colto al volo l’occasione di fare un passo decisivo per il quarto posto che vale la Champions grazie allo show di Fabrizio Miccoli. Il capitano rosanero sigla una tripletta e il Palermo batte 3-1 il Bologna, portandosi a quota 51 punti, a +4 dalla Sampdoria che domenica riceve il Cagliari in casa. Difende al meglio il 4° posto la squadra di Rossi, mentre i rossoblù incassano il 3° ko di fila dopo quelli con Siena e Roma. Un successo netto per il Palermo nonostante l’emergenza in difesa. Parte forte il Palermo che vuole dimenticare la beffa di Marassi. Al 10′ rosanero in vantaggio, Pastore ispira Miccoli che sorprende Viviano con un bel destro sul primo palo. Il Bologna replica con l’ex Guana. Al 18′ spettacolare azione Hernandez-Pastore, ma l’argentino da pochi metri calcia fuori. Al 38′ il Bologna pareggia: punizione perfetta di Adailton che di sinistro batte Sirigu. Il Palermo non ci sta e, al 43′, torna in vantaggio con Miccoli che trasforma un rigore concesso per un presunto fallo di Buscè su Hernandez. Nella ripresa Colomba inserisce Gimenez per Zenoni, il Palermo controlla ed è sempre pericoloso. Fanno poco i rossoblù, al 32′ entra anche Zalayeta, ma due minuti dopo Miccoli completa il suo show e concede il tris sul lancio di Liverani.

JUVE – ATALANTA – E veniamo alle partite di domenica. La Juve si rialza dopo 2 sconfitte consecutive in una giornata cominciata tra veleni e tensioni ingiustificabili. In tarda mattinata, l’annunciata contestazione all’esterno dell’hotel sede del ritiro degenera: decine di tifosi lanciano oggetti e uova contro il pullman, una persona riesce ad avvicinarsi a Zebina e gli rifila uno schiaffo alla nuca. Allo stadio Olimpico l’atmosfera è meno tesa solo perché gli spalti sono semideserti. In un clima glaciale, nonostante il sole primaverile, la gara non offre praticamente nulla per mezz’ora. L’Atalanta comincia con un atteggiamento prudente e non rischia nulla nell’avvio soporifero. La prima vera chance capita agli ospiti al 24′: Tiribocchi, da ottima posizione, spara di sinistro e Manninger respinge. Tra i mugugni dei pochi presenti, la Juve pesca il jolly al 30′. Del Piero pennella una punizione da 25 metri: 1-0. I padroni di casa perdono Diego per l’ennesimo infortunio muscolare di una stagione tragicomica e Zaccheroni getta nella mischia Giovinco. La qualitá del gioco bianconero non cambia granchè e l’Atalanta prende in mano il match. La difesa della Juve, dopo aver scricchiolato in un paio di occasioni, su sbriciola al 45′. Grosso dimentica l’esistenza del fuorigioco e Amoruso, in splendida solitudine, firma l’1-1. Il gol decisivo è realizzato all’82’ da Felipe Melo, uno dei calciatori più contestati dalla tifoseria juventina. Grazie a questo successo la Juventus resta in corsa per la qualificazione ai preliminari della Champions League: i bianconeri sono quinti a quota 48 punti con Napoli e Sampdoria a tre punti dal Palermo quarto in classifica.

FIORENTINA-UDINESE – Quarantacinque minuti belli e combattuti, secondo tempo di marca solo viola. Finisce 4-1 al Franchi Fiorentina-Udinese al termine di un match che i friulani giocano bene solo nella prima parte per poi sparire clamorosamente nella ripresa e cadere sotto i colpo di Gila e compagni. Si comincia con i cori e gli applausi per Cesare Prandelli. I tifosi si schierano dalla parte dell’allenatore nella querelle con la proprietà per il futuro tecnico della squadra. Lui ringrazia, saluta e dalla panchina guida una Fiorentina che scende in campo con il 4-4-1-1. Consueto 4-3-3 per l’Udinese. Ritmi altissimi, parte bene la Fiorentina che in 3 minuti conclude a rete tre volte con Santana, Gilardino e Comotto. Al 5′ Pepe arriva con un attimo di ritardo sul tiro-cross di Di Natale. Un minuto dopo la viola va vicinissima al vantaggio, ma Handanovic è bravo prima su Jovetic e subito dopo su Gilardino. Poi si sveglia l’Udinese, Sanchez è imprendibile per Gobbi, Pepe mette in crisi Comotto. I due creano un paio di buone occasioni ma senza trovare il gol. Pepe ci prova anche su punizione, ma Frey è attento. Ottimo momento per i friulani, ci prova anche il bomber del torneo Di Natale in acrobazia. Soffre la Fiorentina che però in avanti resta sempre pericolosa con un destro di Montolivo di poco fuori. Al 36′ la gara si sblocca: gran sinistro su punizione di Jovetic che batte Handanovic sul suo palo. L’Udinese non ci sta e al 41′ pareggia: Di Natale va via a destra e mette in mezzo per Pepe che di sinistro, al volo, batte Frey. Nella ripresa subito pericoloso Di Natale (bravo Frey), Jovetic risponde con un destro a girare di poco largo. Cresce la Fiorentina, dà l’impressione di accontentarsi l’Udinese e, al 10′, Gilardino la punisce ribadendo in rete la difettosa respinta di Handanovic sul sinistro di Santana. Accusa il colpo la squadra di Marino che si allunga e lascia troppi spazi ai viola. Santana è devastante sulla sinistra e, al 23′, è lui a siglare il 3-1 su assist di Gobbi. Al 39′ Jovetic di testa mette dentro sul cross dalla destra di De Silvestri. Finisce 4-1, i viola si portano a quota 44 e restano in corsa per l’Europa, friulani fermi a quota 32 e ancora a +4 sulla terz’ultima, ma in trasferta bisogna cambiare marcia, altrimenti è davvero dura.

NAPOLI-CATANIA – Paolo Cannavaro tiene vivo il sogno-Champions del Napoli: è un gol del capitano a regalare i tre punti alla squadra di Mazzarri, che sonnecchia per 45′ (complice un ottimo Catania) e poi diventa protagonista di un ottimo secondo tempo, nel quale segna e sfiora a più riprese il raddoppio, trovando in Andujar un ostacolo difficile da superare. Per un tempo il Napoli sembra ancora fermo a festeggiare la splendida rimonta contro la Juventus: e il Catania, a caccia degli ultimi punti-salvezza, fa capire subito le proprie intenzioni. La traversa di Spolli al 2′ è clamorosa. La risposta del Napoli è affidata a Quagliarella, che poi però non conclude con la necessaria precisione. Il Napoli fatica, il Catania si difende con grande ordine e Andujar viene impegnato da Lavezzi (sinistro da posizione defilata); un colpo di testa di Martinez ristabilisce la parità anche nel conto delle occasioni da gol. E le squadre tornano negli spogliatoi accompagnate da qualche fischio. Al rientro in campo il Napoli attacca la partita con un altro ritmo: subito Pazienza per Zuniga, Maggio non ci arriva per un soffio, ma è al 6′ che i campani trovano il vantaggio. Spunto di Lavezzi dalla destra, cross rasoterra con velo di Quagliarella e Paolo Cannavaro, da due passi, non sbaglia. Passa il Napoli, Mazzarri si copre quasi subito con Rinaudo per Zuniga e lo spostamento di Campagnaro sulla sinistra a centrocampo. Un paio di offensive del Catania (Mascara, Ricchiuti) dimostrano che gli etnei ci credono. Al 15′ si innesca il trio delle meraviglie Lavezzi-Quagliarella-Hamsik, ma lo slovacco non inquadra la porta. Così come Gargano, destro dai 25 metri deviato in corner. Ancora Napoli: Cannavaro sfiora la doppietta, ma gliela nega Andujar, protagonista poi sulla botta di Hamsik. Il Catania si sveglia al 20′, quando Mascara cerca Maxi Lopez, anticipato di un soffio dal solito Cannavaro. Al 36′ ci vuole un bel riflesso di De Sanctis sul sinistro di Lopez. Quagliarella va vicino al 2-0, il Catania reclama un rigore per fallo di mano di Maggio in area: Valeri opta per l’involontarietà. Poi viene espulso Mihajlovic per proteste e la partita si chiude qui. Il Napoli vince e ci crede ancora.

SAMPDORIA-CAGLIARI – La Sampdoria perde due punti importanti per la lunga corsa che vede in palio il quarto posto, il Cagliari conquista un pari conquistato con le unghie dopo qualche esibizione non proprio convincente. A Genova finisce 1-1, un risultato che sta stretto ai doriani, che lamentano un possibile fuorigioco sul gol del pari di Nenè, espulso poi nel recupero per un fallaccio su Poli. I padroni di casa erano andati in vantaggio ad inizio ripresa con Guberti e parevano poter chiudere i conti con un Cassano ispirato. Le motivazioni ci sono ed infatti l’avvio di gara ha un buon ritmo, benchè si spenga quasi subito. Storari è il primo a sporcarsi i guanti al 5′, quando deve intervenire su Matri, mentre Marchetti, al 6′, vede finire di poco al lato una inzuccata di Semioli su cross di Guberti. Il campo è scivoloso e Cassano trova difficoltà nel far vedere le sue giocate ma al 27′ riesce a confezionare un gran assist per Poli, che poi cade in area senza ‘commuoverè Banti. Si fa notare al 32′ Ragatzu con un tiro da fuori, al 37′ Fantantonio si esibisce in uno spunto personale con botta alta. Nella ripresa i doriani vanno subito in vantaggio: Guberti, al 3′, comincia l’azione, poi Cassano e Pazzini provano a dialogare ma la sfera ritorna all’ex romanista, che insacca di piatto. La partita finalmente decolla e Matri, al 7′, scivola e poi si fa ipnotizzare da Storari, mentre Marchetti, al 19′, ha un gran riflesso nel dire no ad un colpo di testa di Gastaldello a botta sicura. Nel momento migliore della Samp, trova l’1-1: punizione di Conti nel mezzo, Nenè scatta sul filo dell’off-side e stacca senza problemi. Il match si fa un pò cattivo: Poli, al 49’, viene sgambettato in mezzo al campo da Nenè, per lui rosso diretto in un finale di incontro troppo teso che si conclude con un salomonico X in schedina.

SIENA-GENOA – Il Siena non va oltre lo 0-0 al Franchi contro il Genoa. Occasione mancata per i bianconeri di Malesani che rincorrono la permanenza in serie A. I toscani hanno avuto molte occasioni per sbloccare il punteggio ma senza fortuna. Il Genoa acciuffa un punto esterno al termine di una partita giocata bene.

CHIEVO-PARMA – Niente reti al «Bentegodi» tra Chievo e Parma. Risultato complessivamente giusto che permette agli scaligeri di fare un altro piccolo passo verso la salvezza e alla squadra di Guidolin di mantenere vivo l’obietivo Europa League, anche se le squadre che precedono corrono. Non è stata una gara scontata perchè le due squadre si sono date battaglia e hanno cercato la via della vittoria dando vita a un match comunque gradevole. Le due squadre allungano la serie utile; per il Chievo è il terzo pareggio e per il Parma è il 12° punto nelle ultime 6 partite.

LIVORNO-BARI – Livorno e Bari hanno pareggiato 1-1 in un incontro della 31.ma giornata del campionato di Serie A. A Livorno al vantaggio pugliese firmato al 24’ da Riccardo Allegretti è seguito il pari toscano, realizzato all’85’ da Francesco Tavano. Il Livorno resta ultimo in classifica salendo a quota 25 punti, mentre il Bari sale a 43.
CORRIERE.IT

Written by: admin

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