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Haiti, tutta l’isola è distrutta

today18/01/2010 4

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MILANO- Dopo la distruzione e il caos c’è anche la paura per i saccheggi e le violenze a Port-au-Prince, la capitale di Haiti. La polizia ha avvertito che nelle strade circolano numerose bande di criminali. Gli agenti hanno anche aperto il fuoco su un gruppo di saccheggiatori, uccidendo almeno uno di loro: l’uomo, di una trentina d’anni circa, è stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco alla testa, mentre una folla prendeva d’assalto un magazzino di prodotti a Marche Hyppolite. Gli spari non hanno disperso gli assalitori e gli scontri sono continuati; poi, con un gesto veloce, un altro saccheggiatore ha strappato lo zaino dalle spalle dell’uomo morto, mentre nella zona arrivavano altri agenti. Il sisma di martedì ha fatto fuggire dalle prigioni alcune migliaia di detenuti, molti dei quali sono pericolosi criminali. Esasperati dai ladri che continuano a saccheggiare le abitazioni crollate in seguito al devastante sisma, alcuni haitiani avrebbero poi deciso di difendersi da soli. Un giornalista della Reuters sostiene di aver visto un uomo dato alle fiamme da cittadini inferociti che lo avevano sorpreso a rubare, e altri due uomini con ferite di arma da fuoco alla testa e le mani legate dietro la schiena.

LE CASE – Devastazione e distruzione pressoché totali anche nella altre città di Haiti, oltre Port-au-Prince dove fino ad ora si sono nella gran parte concentrati i soccorsi e l’attenzione. Lo riferisce la Bbc online. Le troupe della tv britannica giunte a Leogane, 19 chilometri a ovest di Port-au-Prince, descrivono scene «apocalittiche», con migliaia di persone che hanno perso la casa, tutto, e dove si ha l’impressione che quasi nessuno degli edifici sia rimasto in piedi. Secondo l’Onu, tra l’80% e il 90% delle costruzioni a Leogane sono andate completamente distrutte.

TRE ESTRATTI VIVI – Ciò nonostante si continua a scavare e tre persone sono state estratte vive domenica mattina dalle macerie del Caribbean Market di Port-au-Prince. Si tratta di una bambina ed un uomo haitiani ed una donna americana. È stesso supermercato dove è stato localizzato un disperso italiano.

LA FUGA – Intanto i sopravvissuti sono fuggiti, hanno abbandonato la città per trovare rifugio nei vicini campi di canna da zucchero. «A un’ora di macchina da Port-au-Prince la scena è apocalittica», racconta l’inviato della Bbc, «praticamente ogni singolo edificio che ho incontrato lungo la strada è crollato. Ho visto una lunga fila di persone davanti ad un unico rubinetto da cui ancora esce acqua. Decine di migliaia di persone si sono accampate all’aperto in zone che erano adibite a mercati, in aree nei pressi di chiese, in quelli che erano cortili di scuole.». «La popolazione qui è in profondo shock», ha detto ancora, «molti usano fazzoletti con cui coprono bocca e naso, contro la polvere ma anche contro l’odore che emanano i tanti cadaveri».

L’ONU – «Quella di Haiti è la più grave crisi umanitaria nell’arco di decenni» ha detto il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, partendo da New York alla volta di Haiti. «Vado ad Haiti per esprimere la solidarietà e il sostegno dell’Onu al popolo haitiano», ha detto il segretario generale dell’Onu. Ban Ki-moon ha detto di essere «pronto al peggio» per quanto riguarda il personale dell’Onu rimasto sotto le macerie per il crollo a Port-au-Prince del quartier generale della missione delle Nazioni Unite. Poi ha indicato tre priorità: salvare più persone possibile, fare giungere d’urgenza gli aiuti umanitari, coordinare le iniziative internazionali di aiuto.

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Written by: admin

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