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E’ stata il sex symbol per eccellenza degli anni 70, come confermato anche da un sondaggio di Tgcom dell’anno scorso. Ora Edwige Fenech è invece una produttrice di successo che, parlando a “Panorama”, non rinnega nulla del suo passato cinematografico (“A quei tempi il nudo era un passaggio obbligato”) e considera impossibile tornare a recitare. O quasi…: “Dovrebbero offrirmi una parte che non si può rifiutare”.
Gli anni della commedia sexy all’italiana sono indimenticabili, per più generazioni: chi li ha vissuti in prima persona, chi ne ha raccolto l’eco quasi leggendario e mai sopito, tanto che a breve il canale digitale terrestre Iris partirà con una rassegna dei film più significativi di Edwige mentre su Sky un’altra rassegna (“W la Fenech”) è già in onda. E lei, a differenza di qualche sua collega, non ci pensa minimamente a prendere le distanze o rinnegare quel passato. “Mi hanno dato lavoro e notorietà – dice a “Panorama” – A quei tempi piaceva quel genere sexy ma non volgare. Se fossero andati di moda film in maglione a collo alto avrei interpretato quelli. Avevo vent’anni e un bambino da mantenere”.
Ma Edwige oltre che di una bellezza abbagliante è sempre stata dotata di cervello e talento. Tanto che ha capito perfettamente quando era il momento di dire basta (a differenza di qualche altra attrice risucchiata dal declino del genere) e si è reinventata prima come conduttrice televisiva e poi come produttrice, passando dall’altra parte della barricata. “Volevo crescere – spiega – avevo trent’anni e continuavano a farmi fare sempre e solo la bellona. Se fosse arrivato un ruolo diverso entro due anni bene, altrimenti avrei smesso”. Come è andata a finire è sotto gli occhi di tutti.
Ora il cinema vissuto davanti alla macchina da presa sembra proprio in ricordo, a parte il cameo in “Hostel II” interpretato quasi come favore per Quentin Tarantino, suo ammiratore incondizionato. Per tornare servirebbe quasi un miracolo, “una parte di quelle che proprio non si possono rifiutare”. Per il resto sembra aver fatto un patto con il diavolo perché a 60 anni non ha perso un briciolo della sua bellezza. Sarà merito anche dello spirito leggero con cui affronta il passare del tempo. “L’idea della chirurgia estetica mi terrorizza – dice – Gli anni ci arricchiscono e poi io comincio a dichiararne uno di più tre mesi prima del compleanno, per abituarmi all’idea”.
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