AmicaFm The Way Of Your Life!
L’AQUILA
Non c’è tregua per i circa 18mila senza tetto ospitati nelle 31 tendopoli allestite all’Aquila e provincia. Una forte scossa sismica è stata registrata intorno alle 21.40 nell’Aquilano. La scossa è stata avvertita anche a Roma e, secondo i primi rilievi, è stata di magnitudo di 4.9: una tra le repliche più importanti del sisma del 6 aprile. Crollata anche un’altra palazzina.
Anche la scorsa notte, la terra ha continuato a tremare. Tre le scosse più forti, avvertite anche, oltre che in tutto l’Abruzzo, in gran parte del centro Italia, da Roma a Napoli. Alle 0,55 la prima, di magnitudo 4.3; alle 2,52 quella più forte, di 5.2; alle 5.14 la terza, di magnitudo 4.6. Altre scosse di terremoto sono state avvertite nel pomeriggio di oggi alle ore 17.18 nei comuni di Fossa, San Panfilo d’Ocre e Sant’Eusanio Forconese. La magnitudo è stata di 3.2. Ha raggiunto invece magnitudo 2.5 della Scala Richet la scossa di terremoto avvertita all’Aquila alle 16.19. L’epicentro è stato localizzato tra il capoluogo abruzzese e il comune di Pietra Camela. Ma il fronte del terremoto si sta spostando, e questo impensierisce i geologi: dalla scorsa notte l’epicentro si è spostato sulla direttrice più a nord L’Aquila-Pizzoli-Barete.
Il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia Enzo Boschi assicura che la forte scossa registrata questa notte «è da considerarsi nella normalità del processo in atto», sottolineando che «per alcune settimane, senz’altro, questo sciame sismico ci sarà ancora». «C’è stato un ampliamento del fronte sismico nel settore appenninico che si è attivato nell’Aquilano sia verso nord che verso sud. Questo – ha confermato Boschi intervenendo telefonicamente a Rai News 24 -, era un fatto immaginabile e prevedibile, visto che tutta l’attività in corso da lunedì rappresenta un processo di liberazione dell’energia accumulata».
Le nuove scosse hanno causato nuovi crolli nel centro dell’Aquila e nelle zone già colpite, ma fortunatamente senza coinvolgere persone. Con il passare delle ore, intanto, si affievoliscono sempre di più le speranze di non aggiungere altre bare a quella triste lista che conta ad oggi 287 morti accertati. «Scaveremo fino a Pasqua» aveva detto ieri il ministro dell’Interno Maroni. Ed anche oggi, la disperata ricerca tra le macerie prosegue senza sosta, nella speranza di altri miracoli. E’ stato intanto pubblicato sul sito web della protezione civile e su quello della regione Abruzzo, e scaricabile in formato pdf, l’elenco dei nominativi delle vittime accertate del terremoto che ha colpito l’Abruzzo. Lo rende noto la protezione civile.
Oggi, tra la popolazioni terremotate, è arrivato anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La prima tappa del capo dello Stato, non appena giunto a L’Aquila, è stata quella del dolore: nell’hangar che raccoglie le 278 bare con le salme delle vittime del terremoto c’è stato spazio solo per una composta disperazione. È stato un omaggio privato quello del presidente, che è entrato da solo, senza nessuna autorità al suo fianco e senza i consiglieri, e ha incontrato nell’hangar famiglie distrutte ma raccolte in un dolore pieno di dignità. Dentro alla grandissima sala c’erano solo un sacerdote e alcuni scout. Nei paesi del terremoto «lo Stato è presente, e sarà presente anche nel futuro», rassicura il Presidente della Repubblica parlando poi con gli sfollati di Onna, il borgo distrutto dal sisma.
Il capo dello Stato lancia anche un’accusa nei confronti della classe politica e delle istituzioni. Perchè anche sul terremoto bisogna parlare il linguaggio della verità, dice Napolitano, che vede «irresponsabilità diffuse» di fronte alla tragedia di edifici antisismici ugualmente crollati travolgendo vite umane. Per il capo dello Stato «nessuno è senza colpe» e ora serve «un esame di coscienza» che superi le preferenze politiche di ognuno «riguardo a chi ha avuto ragione e chi ha avuto torto o responsabilità in queste cose». «Si tratta – spiega il capo dello Stato – di capire veramente come sia potuto accadere che non ci sia stata l’attivazione indispensabile di norme di prevenzione che erano state tradotte in legge, o che ci sia stato un difetto nei controlli previsti». «È necessario un esame di coscienza – ribadisce Napolitano – per capire cosa è indispensabile e urgente fare perchè mai più ciò accada non affidandosi a profezie o previsioni impossibili ma rendendo sicuri gli edifici di nuova costruzione e anche quelli più antichi».
Immediata la replica Berlusconi. Se ci sono «le responsabilità saranno certamente accertate e ci sono già dei pm che indagano al riguardo», dice il premier. «Personalmente -aggiunge- ho potuto verificare che molti edifici rappresentano le tecnologie dell’epoca», e quindi «io non credo che ci siano state delle situazioni» tali da far presumere responsabilità nella costruzione degli edifici, «però i pm indagheranno ed è giusto» che facciano emergere le eventuali responsabilità. Per quanto riguarda la visita di Napolitano in Abruzzo va infine segnalato lo sfogo con i giornalisti. Visibilmente innervosito dalla presenza dei fotoreporter che gli erano vicino, Napolitano ha allargato le braccia e ha detto loro: «Poichè non sono venuto qui per farmi fotografare da voi, fatevi da parte: non rompete!». Un anziano di Onna con voce commossa ha rivolto poi un appello a Napolitano: «Non dimenticatevi di noi, Presidente, non dimenticateci…».
LASTAMPA.IT
Written by: admin
6:00 pm - 7:00 pm
7:00 pm - 8:00 pm
5:00 am - 8:00 am
8:05 am - 8:30 am
8:30 am - 9:00 am