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ROMA, 28 gennaio 2009 – Alla fine i tre punti arrivano, ma la Roma soffre più del dovuto contro un Palermo peraltro bello, determinato e tatticamente bene organizzato, che forse non meritava di perdere.
MOSSA TATTICA – La Roma parte subito forte, con il rientrante Totti che si prende subito la responsabilità di provare a saltare l’uomo e a tirare. Ma per i giallorossi costruire gioco non è facile: la mossa tattica di Ballardini, che disturba sul nascere la manovra giallorossa mandando i suoi trequartisti (Simplcio e Bresciano) a pressare stretto De Rossi, sembra funzionare. Tant’è vero che il Palermo si permette più di una sortita offensiva con le sue varie bocche da fuoco, da Simplicio a Cavani. La Roma comunque cresce, guadagna campo e con un po’ di fortuna trova il gol: il tiro dal limite di Totti è forte e fulmineo, ma è decisiva la deviazione di Carrozzieri. Il Palermo non ci sta, e anche a costo di far saltare qualcuno dei suoi piani tattici, si riversa in attacco e trova nel giro di pochi minuti un pari-capolavoro: palla persa da Perrotta, assist pennellato di Liverani e guizzo di Cavani con angolatissima conclusione al volo. Ma appunto è la mezzora, e le cose tatticamente sono un po’ cambiate. De Rossi ora ha più spazio, esibisce lanci lunghi da par suo e via via si riprende la partita. Fino a quando Totti, ancora lui, dalla sinistra mette un pallone sulla testa di Brighi che, appostato in corrispondenza del secondo palo, la schiaccia nell’angolino del primo.
LA RIPRESA – Il Palermo riparte ricaricato, con Bresciano che impegna subito severamente Doni per due volte. La Roma riparte in contropiede ma col passare dei minuti abbassa progressivamente il suo baricentro. Peraltro, i giallorossi sembrano difendersi senza particolari affanni. Ma quella di Spalletti non è squadra abituata a difendersi e i brividi inevitabilmente arrivano: Mchedlidze stacca benissimo su cross di Bresciano, e Doni è salvato dalla traversa. Poi è ancora Simplicio a graziare Doni ciccando una deviazione da pochi passi. A quel punto i campanelli d’allarme diventano rumorosi, la Roma si scuote e tocca a Vucinic e a un irresistibile De Rossi sfiorare il gol. Ma da qui a prendere in mano il gioco ce ne passa, e fino al fischio finale per i giallorossi è una sofferenza.
Pier Luigi Todisco
Gazzetta.it
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