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«L’Inter fino a qualche tempo fa non avrebbe avuto problemi a battere il Parma. Ma adesso ce la stiamo facendo davvero sotto». A dirlo è un interista doc, Luciano Ligabue, nel corso della videochat con i lettori di Corriere.it (■ Rivedila qui). «Sono un interista vissuto – spiega il rocker – e quindi ho imparato a mettere in atto tutte le scaramanzie del mondo. Le ultime due partite non le ho volutamente guardate, ma purtroppo anche questo sacrificio non è servito. Domenica, dunque, probabilmente la partita la guarderò. Sarà scudetto? Devo dire che sono molto poco ottimista perché in questo momento c’entra molto la psicologia che in questo momento è contro l’Inter e a favore della Roma. L’inter se la sta facendo sotto, ha paura di vincere. Ed è qualcosa che aveva dimenticato, in realtà prima l’Inter aveva paura di perdere. Sta riprendendo un vecchio vizio. Stiamo tutti con le dita incrociate e vogliamo liberarcene. Sarebbe brutto se non vincessimo lo scudetto in occasione del centenario della squadra. Se vincesse la Roma non sarebbe scandaloso, sarebbe molto triste per noi». Nel corso del botta e risposta online, il cantautore parla anche e soprattutto di sè, della sua vita, del suo nuovo disco «Il centro del mondo» e della prossima stagione di concerti.
L’ESEMPIO DEI CANTAUTORI – «Ho sempre avuto una predilezione per i cantautori – spiega Ligabue rispondendo ad un lettore -. Componevano parole fantastiche, anche se non sempre su musiche eccezionali ed è forse per questo che io ho esplorato altre strade musicali. Ho una grande ammirazione per Battisti ma anche De Andrè, De Gregori, Guccini,. E ancora Conte e Fossati o Battiato». Ligabue coglie poi lo spunto che gli dà un fan per parlare di Pierangelo Bertoli, un cantautore «che è stato decisivo per me». E per capire il perché bisogna tornare proprio agli albori della sua carriera: «L’abbiamo chiamato a casa perché aveva il numero sull’elenco: lui ci ha invitato a casa sua e ha ascoltato la nostra musica. Da allora siamo diventati amici. Poi lui decise di cantare due mie canzoni e mi fece conoscere il suo produttore di allora che dopo pochi mesi pagò il mio primo album». insomma, «tutto è partito da Pierangelo».
GIOVANI E FUTURO – Ma come vede Ligabue il futuro per i giovani di oggi: «sogni di rock’n’roll» o «sopravvissuti e sopravviventi»? gli viene poi chiesto parafrasando il titolo di due dei suoi brani più conosciuti. «Non è facile essere adolescenti in questo periodo e adeguarsi ad una velocità che ti viene richiesta – è la risposta del Liga -. E’ difficile anche sognare con questi tempi e questi ritmi. E’ necessario avere la capacità di capire quanto il vissuto dei giovani debba fare i conti con queste condizioni». E a proposito di velocità, il rocker di Correggio racconta che già un’ora dopo la messa online de «Il centro del mondo» sul sito del Corriere, la si poteva trovare su YouTube non solo nella versione originale, ma addirittura eseguita da un pianista classico che in meno di 60 minuti era riuscito a ricavarsi lo spartito e ad eseguirla davanti ad una videocamera, mettendosi poi a sua volta subito in rete.
UN’ILLUSIONE D’AMORE – Ligabue parla poi più diffusamente de «Il centro del mondo», spiegando che «è una canzone di apertura che racconta degli effetti dell’amore, quello che ti fa sentire di essere più libero e ottimista rispetto al mondo stesso. Può essere anche un’illusione ma è una bella illusione». Un testo che lui stesso definisce un po’ diverso dal solito «anche perché in passato da rocker ho sempre pensato di dover raccontare più il sesso che l’amore in sè». E quanto a lui, alla lettrice che gli chiede se la voglia sposare, risponde – ça va sans dire – di no: «Già sono a rischio gli appuntamenti al buio, figuriamoci i matrimoni…».
LE CANZONI E LA SPERANZA – Infine una ragazza spiega di essere stata a tre suoi concerti assieme alla madre e che pur vivendo in una condizione di precarietà professionale («ma il lavoro dovrebbe essere un diritto per tutti» aveva detto il Liga rispondendo in precedenza ad un altro lettore) e precarietà degli affetti trova nelle sue canzoni la forza di andare avanti. «La vita di ognuno – è il pensiero di Luciano – è troppo intima perché dall’esterno si possano fare valutazioni. Mi piace pensare che quel sentimento di speranza che tendo a mettere delntro alle mie canzoni possa produrre almeno lo stesso sentimento in chi ha bisogno di tenere botta, di trovare la forza per guardare avanti».
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