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MILANO – “Non lo rifarei, ma è acqua passata”. Dietro lo stesso microfono da cui cinque giorni fa aveva dato l’annuncio-choc del suo addio all’Inter, Roberto Mancini, dopo la vittoria sul Palermo, ha proseguito nel tentativo di normalizzare la situazione.
“Sapevo che avrei scatenato polemiche, ma la mia uscita non era pensata e comunque avete già scritto e detto abbastanza”, ha ribadito Mancini che, come se non bastasse, oggi ha dovuto fronteggiare l’ennesima reazione negativa a una sostituzione da parte di un suo giocatore. Questa volta è toccato a Ibrahimovic uscire dal campo a muso duro, ma per Mancini “non è questa la cosa più grave, Ibra era stanco e può capitare di dire una parola di troppo”.
Ma se quella parola di troppo fosse uno ‘speriamo che se ne vada’, colto dalle telecamere leggendo il labiale dello svedese rivolto al tecnico? “Non ho visto e quindi non lo so – ha tagliato corto Mancini – ma quando uno esce così non è lucido, gli passerà… e poi, quando giocavo, io facevo di peggio”.
L’obiettivo di Mancini è cercare di tutelare i suoi giocatori per evitare che si parli ancora di uno spogliatoio spaccato. “In 20 anni di calcio non ho mai visto atleti giocare contro l’allenatore, i compagni o la società”, ha spiegato prima di rintuzzare le critiche sulla gestione di Figo e Vieira: “Figo non è al massimo della condizione e non è colpa mia. Comunque oggi ha giocato una buona mezz’ora. Vieira – ha aggiunto – è stato fuori quasi un anno e poi ha avuto un altro stop e sta recuperando. Anche per questo difficilmente giocheranno insieme”.
Poi, finalmente, l’analisi della partita, in cui Mancini ha visto l’Inter giocare “molto bene nel primo tempo, creando gol e pericoli. Nel secondo era inevitabile sentire la stanchezza perchè giocavano gli stessi di martedì e abbiamo gestito il risultato anzichè chiudere la partita”. Un problema di astinenza degli attaccanti? “Loro hanno sofferto gli infortuni più degli altri, ma finchè segna gente come Jimenez e Vieira va bene”, ha sorriso il tecnico nerazzurro, soddisfatto per questi “tre punti importanti che ci permettono di mantenere invariato il vantaggio sulla Roma. A +6 – ha aggiunto – si sta bene, ma bisogna lottare fino alla fine e forse vincere lo scudetto così sarà più bello”.
Dal canto suo l’allenatore del Palermo Francesco Guidolin, ha poco da rimproverare ai suoi. “Quando l’Inter gioca come ha fatto all’inizio della partita, dimostra di essere la squadra più forte del campionato e d’Europa”, ha commentato Guidolin che aveva impostato la gara “per aggredirli e non per difenderci. Dopo il pareggio potevamo sfruttare l’onda dell’entusiasmo, ma loro ci hanno costretti ad inseguire”.
“Sul primo gol – ha aggiunto Guidolin – ci siamo lasciati beffare da una scivolata. È mancato Barzagli? Per me è un giocatore fondamentale. Abbiamo poi disputato un ottimo secondo tempo nel quale abbiamo tenuto testa all’Inter e abbiamo provato a sfruttare qualche loro incertezza, costruendo anche una palla gol che con un pizzico di fortuna poteva portarci al pareggio. Amauri? Dà sempre un contributo importante, è un grandissimo calciatore e mi spiace che in questo momento non riesca a concretizzare e arrivare al gol. Ma se non siamo arrivati davanti a Julio cesar è merito soprattutto dell’Inter, comunque ci abbiamo provato. Rispetto alla gara col Milan qui a San Siro preferisco sicuramente questa”.
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