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AD AL GORE IL NOBEL PER LA PACE

today13/10/2007

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Il Premio Nobel per la Pace assegnato all’ex vice presidente americano Al Gore apre nuovi scenari politici negli Usa. Da un lato, dal suo entourage filtra che la sua ambizione a sedere alla Casa Bianca, dopo la sconfitta contro Bush nel 2000 (per soli 537 voti), non si è mai sopita. Dall’altro, con il prestigioso riconoscimento, secondo i democratici, le pressioni per una sua candidatura diventano irresistibili.

Subito dopo la notizia del Premio, ricevuto per il suo impegno di sensibilizzazione mondiale sui problemi dei mutamenti climatici, Gore ha dichiarato che donerà la metà della cifra (1,5 milioni di dollari in totale) all’Alliance for Climate Protection, un’organizzazione statunitense da lui stesso fondata allo scopo di persuadere la gente a ridurre le emissioni nell’atmosfera e il riscaldamento globale.
L’amministrazione Bush si è congratulata con Gore ma, nonostante il premio Nobel conferito, ha detto che gli Stati Uniti “non cambiano rotta” in materia di politiche
ambientali.

Ma ora si attende la sua prossima mossa: si farà avanti ancora una volta per la Casa Bianca? Nelle ultime settimane, il vice di Clinton è stato il bersaglio di una campagna volta a convincerlo ad entrare nella battaglia per le presidenziali del 2008. Una fonte, che faceva parte del suo staff quando corse contro Dukakis e contro Bush, ha detto alla Cnn che ha l’ambizione di utilizzare il Premio come un trampolino di lancio per tornare in pista e sperare di diventare finalmente presidente. Ma che alla fine non correrà perché non vuole irrompere nell’ingranaggio politico assemblato dalla Clinton. Prima di fare un simile passo, ci penserebbe a lungo. Anche perché ritiene che la senatrice sia inarrestabile, ha proseguito la fonte.

Tra Al e Hillary, del resto, da tempo non corre buon sange. In un libro di prossima uscita, anticipato dal magazine Vanity Fair (edizione Usa), “For love of Politics – Bill and Hillary Clinton: The White House Years”, di Sally Bedel Smith e pubblicato da Random House, emergono dettagli sui contrasti tra la ex first lady e il vice di suo marito. E anche la convinzione di Gore che siano stati proprio i Clinton a boicottare la sua campagna presidenziale nel dirottare i migliori found raising per Hillary che cercava un posto in Senato e voleva far dimenticare all’opinione pubblica lo scandalo Lewinsky di Bill. Ma, se Gore decidesse di combattere contro Hillary, sono in molti a credere che le darebbe del filo da torcere.

Gore, intanto, ha ripetutamente negato di avere progetti per ripresentarsi. Tuttavia, le pressioni su di lui non mancano. Questa settimana, un gruppo di democratici che si sono autonominati “Draft Gore” (“Bozza Gore”) ha acquistato un’intera pagina del “New York Times” per chiedergli di cambiare idea: “Il tuo paese ora ha bisogno di te, così come il tuo partito, e il pianeta che, con tanta fatica, stai cercando di salvare”. In una lettera aperta, il gruppo ha anche scritto: “L’America e la Terra hanno bisogno di un eroe proprio ora, di qualcuno che trascenda la politica abituale e porti una reale speranza al nostro paese e al mondo”.

Il Premio Nobel ricevuto da Gore gli deriva proprio dal suo impegno ambientalista. Nella motivazione, il comitato che lo ha assegnato, ha elogiato il politico come “uno dei politici ambientalisti più importanti del mondo. Forse la prima persona che, da sola, ha fatto tanto per creare una maggiore coscienza mondiale delle misure necessarie da adottare” proprio per salvare il pianeta.

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Written by: admin

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