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Donadoni vive una vigilia del tutto particolare, anche se il cittì tenta di stemperare la tensione e nega che Italia-Francia sia una gara diversa dalle altre. “La sento normalmente – spiega -, mentre in ottica qualificazione non è per nulla decisiva: dobbiamo guardare più a quelle che sono dietro che ai transalpini”. Su Toni: “Credo sia difficile che giochi – ammette -, ma con l’Ucraina potrebbe esserci”.
Comincia con una brutta notizia, attesa ormai dai più, ma pur sempre dolorosa: Luca Toni non sarà in campo contro la Francia. Donadoni non lo annuncia ufficialmente, ma lascia una goccia di nostalgia sui taccuini dei cronisti presenti a Milanello. “A questo punto è più probabile che sia a disposizione per l’Ucraina – ammette il cittì -. Ieri si è allenato e ha dato buone risposte, ma è difficile un suo impiego domani”. Via il dente, via il dolore. Chiuso il capitolo relativo all’indisponibile che maggiori grattacapi ha riservato allo staff azzurro in questa preparazione all’impegno di San Siro, il tecnico della Nazionale può tornare, senza soffermarsi più di tanto, sulle polemiche degli ultimi giorni. “Non ho nemmeno sentito cosa hanno detto – sorride Donadoni -. Si dice che la gallina canti quando fa l’uovo, ma qui c’è di mezzo un gallo…”. E Domenech, l’alter ego che tanto si è meritato la squalifica dell’Uefa per gli affondi al calcio italiano? “Se non ci sono troppi scalini da fare per andare in tribuna, domani sera gli stringerò la mano – afferma l’ex rossonero -. A me il tecnico francese non ha fatto niente, e salutare una persona è soprattutto una questione di educazione. Quindi, lo farò”.
Galateo in mano, Donadoni si appresta a vivere una gara dall’atmosfera indubbiamente diversa da molte altre. Eppure, il cittì non si scompone e assicura che la notte di vigilia non sarà insonne, ma forse ancor più tranquilla di altre volte. “La sento come tutte le altre – spiega nella sala stampa del centro sportivo del Milan, sede del ritiro azzurro -, ovviamente con un avversario di grande prestigio. Ma se guardiamo alla matematica della classifica, in questa partita non vi è nulla di definitivo. Noi in classifica dobbiamo guardare più a quelli che ci stanno dietro che alla Francia che ci sta davanti”. Con buona pace di Domenech e degli organi di stampa, francesi e non, tutti impegnati a costruire un clima da evento e una rivalità agguerrita tra le finaliste di Berlino. Ma, forse, per sentirla a dovere, mancano due pezzi da novanta: Zidane e Materazzi.
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