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CATANIA – Nel Duomo di Catania, dove tutto è pronto per i funerali dell’ispettore capo Filippo Raciti (previsti alle 12, con diretta televisiva su Raiuno), per i familiari sono state destinate solo due file, mentre per i politici e gli esponenti delle istituzioni che presenzieranno al rito le file sono otto. A farlo notare, non senza disappunto, sono stati gli stessi colleghi del poliziotto ucciso. Ai parenti del defunto sono stati riservati le prime due file a destra della navata centrale; le primo otto a sinistra sono invece riservate alle autorità.
Alessio Raciti, il figlio del poliziotto ucciso, indossa un cappello e un soprabito da ispettore. Insieme a lui, sono scese da un’auto della polizia la moglie Marisa e la figlia Fabiana. Alessio è rimasto fuori mentre sua madre e sua sorella sono entrate in chiesa. Il bambino che ha 8 anni, è assieme a un funzionario e a un’ispettore capo della polizia con i quali parla continuamente. Le mani in tasca, il bambino guarda l’ingresso della chiesa con con curiosità e ogni tanto si sistema il cappello.
Nella chiesa già gremita di centinaia di persone, il ministro dell’Interno Giuliano Amato, insieme al ministro Melandri, si è fermato a lungo a parlare con la vedova, confortandola con un abbraccio. Successivamente il titolare del Viminale ha scambiato qualche parola anche con la figlia Fabiana.
Le due donne sono sedute in prima fila. La signora Marisa è composta nel proprio dolore. A sinistra della navata ci sono i colleghi di Raciti, in divisa; sul volto di molti di loro ci sono ancora i segni delle violenze subite venerdì sera durante gli scontri avvenuti davanti allo stadio Massimino. Molti agenti si sono avvicinati alla vedova a l’hanno abbracciata a lungo.
Dalle prime ore di stamattina i catanesi hanno cominciato ad affollare piazza Duomo. Nella piazza antistante alla chiesa sono state sistemate delle transenne per regolare il flusso delle persone. Alcuni altoparlanti trasmetteranno all’esterno la funzione religiosa, visto che non tutti riusciranno a entrare. Il rito sarà celebrato dall’arcivescovo di Catania Salvatore Gristina e dal nunzio apostolico Paolo Romeo.
Il presidente del Catania Antonino Pulvirenti, quello del Messina, Pietro Franza, e l’amministratore delegato del Palermo Rinaldo Sagramola, sono arrivati insieme a piazza Duomo. Con loro anche la formazione del Catania e il suo allenatore, Marino. Nel Duomo c’è anche il gonfalone del Palermo calcio.
Alcuni isolati gridi di “buffoni, buffoni” sono stati lanciati durante l’arrivo in piazza Duomo a Catania di esponenti politici. L’episodio è avvenuto vicino alla porta Uzeda, a fianco della cattedrale, all’arrivo dei ministri Amato e Melandri, del presidente dell’Udc Pier Ferdinando Casini e del governatore Salvatore Cuffaro.
Un lungo applauso di circa 500 persone presenti sul centralissimo Corso Italia ha invece salutato l’uscita dal decimo Reparto mobile della polizia di Catania del feretro dell’ispettore Raciti. La bara era avvolta dalla bandiera tricolore con sopra una rosa rossa. A salutarlo c’era anche il picchetto d’onore della polizia di Stato.
TRENTA GLI ARRESTATI, ALCUNI “ILLUSTRI” – “Tra gli arrestati nell’ambito delle indagini sui disordini fuori dello stadio Angelo Massimino ci sono anche figli di persone perbene, insospettabili, tra di loro anche due figli di medici e uno di un poliziotto”. La rivelazione arriva dal procuratore aggiunto della Repubblica, Renato Papa, titolare dell’inchiesta sulla morte dell’ispettore capo Filippo Raciti.
“Tra gli indagati – ha spiegato il magistrato – ci sono anche questi figli di buona famiglia che evidentemente sono stati trascinati da altri, forse dal branco, a compiere gesti di violenza. Questo è un episodio grave perché è il sintomo di un malessere sociale diffuso e che ha permeato certi ambienti della città. A contatto con il fanatismo che sconfina nella delinquenza – ha aggiunto – perdono l’orientamento anche loro”.
Un altro minorenne, il decimo, è stato fermato nelle ultime ore dalla polizia: è un ragazzo incensurato di 14 anni, F. P., riconosciuto dagli inquirenti nelle registrazioni degli scontri scoppiati durante il derby Catania-Palermo mentre lanciava oggetti contro le forze dell’ordine. Sono quindi trenta le persone arrestate dalle forze dell’ordine. I minorenni fermati dalla polizia e dai carabinieri dopo gli scontri del derby Catania-Palermo sono tutti incensurati. Mai nessuno di loro ha avuto problemi con la giustizia. Della vicenda si sta occupando la procura della Repubblica presso il tribunale dei minorenni di Catania. I ragazzi provengono da diverse zone della città.
E secondo il sostituto procuratore Ignazio Fonzo che coordina le indagini sull’omicidio “la mortale aggressione subita dall’ispettore Raciti non è collegata alla sua testimonianza resa in tribunale contro ultras del Catania”. Il magistrato ha “escluso ogni collegamento tra i due episodi”.
CATANESI IN CODA TUTTA LA NOTTE – E’ proseguito incessante l’omaggio dei catanesi alla camera ardente di Raciti allestita nel Decimo reparto mobile della polizia di Stato a Catania. La camera ardente è stata aperta tutta la notte e per tutta la notte i cittadini si sono presentati alla caserma Rinaldo per portare l’ultimo saluto al poliziotto ucciso. Sono centinaia i mazzi di fiori dentro la caserma e anche fuori. Ci sono anche diverse sciarpe di tifosi del Catania: su una è posato un messaggio con la scritta “Una città che uccide un figlio che viveva per difenderla non merita figli”.
MANIFESTAZIONE DI SOLIDARIETA’ AL MASSIMINO – Oltre un centinaio di persone hanno partecipato questa mattina a una manifestazione di solidarietà nei confronti dell’ispettore Raciti davanti allo stadio Massimino di Catania, sul luogo dove sono avvenuti gli scontri durante il derby con il Palermo. L’iniziativa spontanea è stata promossa da cittadini catanesi e da esponenti della società civile. Fra loro era presente anche il segretario provinciale della Uil, Angelo Mattone.
DA LA SICILIA.IT
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